In molti parchi di divertimento Disney esiste l’area del futuro battezzata “Tomorrowland”, ora fonte d’ispirazione per il film di fantascienza dedicato al pubblico degli adolescenti (e chi se non Disney, non certo digiuna di fantastico – ricordate The Black Hole del 1979, il cui poster tra l’altro campeggia nel film?- poteva rivolgersi a loro) Tomorrowland – il mondo di domani. Dirige Brad Bird, responsabile dei gioielli Pixar Gli incredibili e Ratataouille, e alla sceneggiatura il Damon Lindelof della celebre serie tv Lost. Trama giocata tra passato, presente e futuro con uno sveglio ragazzino che nel 1964 si presenta all’Esposizione Universale di New York con la sua invenzione. Poi spuntano fuori ai giorni nostri la brillante Casey (Britt Robertson), figlia di ingegnere NASA e dotata di mente aperta verso i calcoli e le teorie, che si ritrova tra le mani una magica spilletta che la proietta nel futuro, una bambina robot (Raffey Cassidy) e Frank Walker (George Clooney) ovvero il ragazzino di cui sopra in età adulta che ne sa molto sul mondo del domani (dove ritroviamo il “dottor House”, l’attore Hugh Laurie) ed è costretto a tornarvi assieme a Casey e al robot per risolvere i problemi che trascinano il pianeta verso l’inevitabile fine.
Tomorrowland è un film giocoso, che va preso per il più che dignitoso grado di spettacolo e di divertimento che offre, affiancato dalla necessità di mantenere ottimismo verso un futuro che non promette nulla di buono, ma che può essere modificato attraverso le nostre scelte. Giocando tra atmosfere più “all’avanguardia” e con tocchi di fantasia vintage (la sequenza della Torre Eiffel) il film piroetta per 130 gustosi minuti facendo volare la fantasia quanto basta per un’ampia fascia di età famigliare.