La rotatoria sull’Adriatica all’altezza di Fiabilandia, seppur perfettibile, ha (quasi) tolto di mezzo il vecchio e interminabile semaforo, causa soprattutto in estate di code infinite. Ma, paradossalmente, a molti automobilisti riminesi ha anche tolto una perversa soddisfazione: quella di cercare strade alternative. Qualsiasi sia il tragitto che voi utilizzate per spostarvi da un punto A a un punto B, il vero riminese, infatti, avrà sempre un suo percorso diverso. E il semaforo di Fiabilandia era un caso esemplare: “Io passo dentro dal bowling“, oppure “Io passo dalle strade intern“ o magari anche dalla pista dell’aeroporto, purché non da lì.
Il riminese in particolare, pur essendo consapevole dell’importanza del turismo, odia dover fare la fila insieme a chi viene da fuori. E la scorciatoia, quale che sia e sebbene a volte tanto scorciatoia non sia, è il suo modo per affermare la sua appartenenza a un territorio in cui lui solo sa come muoversi.
Dovete andare da Rimini centro a Riccione? Se raccontate che fate la Statale, vi risponderà: “La Statale? Ci vuole una vita. In autostrada invece ci si mette un attimo”. Se raccontate che prendete l’autostrada, vi prenderà per folle: “L’autostrada? A parte i soldi del pedaggio, ma se poi ti becchi la fila non esci più. Io passo da dentro”. Quando allora anche voi direte che avete imparato il percorso interno da via Coriano, ormai l’estate sarà finita e allora vi spiegherà, al limite della pazienza: “Via Coriano? Ma l’allunghi del doppio!!! Io faccio il mare, che tanto d’inverno non c’è nessuno“. E allora smetterete di andare a Riccione, perché quale che sia la strada che prendete, il riminese ogni volta vi farà venire il nervoso.
Maurizio Ceccarini