Questa ruota rischia di far venire il mal di testa. Anche a chi non ci è salito ancora sopra. Avere una ruota panoramica per l’estate era una buona opportunità, soprattutto in estati difficili come queste, e Rimini è stata brava a coglierla. Punto? Neanche per sogno. A Rimini mica le cose si possono possiamo mettere giù così semplici. Un po’ per quell’ormai perenne clima da campagna elettorale che si respira anche quando alle urne non si va, e per il quale qualsiasi pretesto diventa occasione per legittimarsi o delegittimare qualcuno o qualcosa. E poi per il solito Facebook, che permette a chiunque di costruire in un lampo dibattiti su tutto e su tutti a suon di post e commenti: mai visti così tanti neanche per eventi più epocali. La ruota neanche aveva cominciato a girare che a Rimini c’era già il partito dei rotanti e quello degli antirotanti. Avete voglia di fare un giro? Venghino siori che c’è posto. Non avete voglia? Nessun problema, mica vi segnalano alla Polizia. Magari fosse così: invece a Rimini ci si sente quasi in dovere di giustificarsi, sia che ci si salga che non ci si salga. Perché su quella ruota ci sono stati fatti salire valori politici, sociali, economici, culturali, filosofici, storici, etici, estetici e chi più ne ha e più ne metta. Ma la ruota ormai è li che gira, e allora – santa pazienza – lasciamola girare. E per una volta, evitando di farcele girare.