Charlie (il redivivo Brendan Fraser che si gioca la carriera tra protesi sofisticatissime e nomination all’Oscar per questa sua interpretazione lontana anni luce dalle scattanti performances de La Mummia alla fine dei già lontani anni ’90) vive su una poltrona. Il suo corpo obeso lo obbliga a stare seduto per la maggior parte del tempo e non ha nessuna intenzione di farsi curare in ospedale e cambiare le sue cattive abitudini alimentari. I suoi rapporti con il mondo esterno si limitano a lezioni di scrittura online (con telecamera rigorosamente spenta) e alle visite della premurosa infermiera Liz (Hong Chau), un sedicente giovane missionario (Ty Simpkins), l’ex moglie (Samantha Morton) e soprattutto la figlia Ellie (Sadie Sink, ben nota agli adolescenti per Stranger Things),abbandonata a otto anni e con la quale ha un rapporto burrascoso, anche per via del carattere ribelle della ragazza. Il nuovo film di Darren Aronofsky, tratto dallo spettacolo teatrale di Samuel D. Hunter che ha curato anche la sceneggiatura, è racchiuso tra le mura dell’appartamento di Charlie, nel quadro cinematografico ristretto di 1.33:1 (formato tornato alla ribalta in tempi recenti) perché qui contano i volti e la stazza flaccida di Charlie e non è tempo di panoramiche e cinemascope. The Whale, tra le citazioni di Moby Dick e il cibo spazzatura ingurgitato, mostra al pubblico con efficacia il ritratto dolente e commovente di una “balena spiaggiata” abbandonata al suo destino sulle “basse maree” dei pregiudizi umani, per nulla propensi ad accettare scelte anticonformiste.
THE WHALE
DI DARREN ARONOFSKY PER ADULTI – AL CINEMA