Due uomini che amano le sfide. Da un lato Philippe Petit, in grado di camminare su un filo sospeso tra le Twin Towers di New York (evento avvenuto nell’agosto 1974, con le Torri in fase di completamento), dall’altro il regista Robert Zemeckis, dotato di uno sguardo spesso innovativo che gli ha permesso di ritornare al futuro ed ora rappresentare in modo mirabile una vicenda che finora era stata solo oggetto di documentari (come Man on Wire di James Marsh).
The Walk racconta l’incredibile impresa del francese, il suo sogno di stupire il mondo in equilibrio su un cavo d’acciaio, realizzato in pura anarchia e illegalità, contro un sistema che certo gli avrebbe impedito l’insolita passeggiata. L’arresto alla fine del funambolico spettacolo fu inevitabile, ma la sua impresa fece così tanto scalpore da assicurare a Petit, protagonista anche di altre “camminate” in altezza (come quella tra le due torri di Notre Dame a Parigi), la libertà in tempi brevi. E il film di Zemeckis è pura suggestione ed emozione, da vedere in 3D, a patto che non soffriate di vertigini: solo con gli occhialini si può provare completamente l’emozione cinematografica di uno spettacolo tridimensionale unico nel suo genere, con un rapporto con la tecnologia che mette il cinema nelle condizioni di superare confini consolidati di visione ed allargare le sensazioni e le prospettive degli spettatori. Considerare però The Walk solo un “gingillo” tecnologico è sbagliato: il regista, oltre ad offrire l’ebbrezza di uno spettacolo unico nel suo genere, riesce nella commovente impresa di riportare “in vita” le Torri Gemelle tragicamente spezzate dai terribili eventi del 2001. The Walk è anche sentito omaggio ad un simbolo della città americana.
Il Cinecittà di Paolo Pagliarani