Don Mario Fresta della Diocesi di Catania ha fatto la sua tesi per la licenza in teologia morale su Alberto Marvelli. Riportiamo la pagina conclusiva della tesi.
Con la sua vita di ogni giorno, tra i progetti del suo studio di ingegnere, con i giovani del suo tempo, accanto ai sacerdoti della sua Chiesa locale, in ginocchio davanti a Gesù Eucarestia, tra i poveri della città ed i sinistrati del dopoguerra, Marvelli ci racconta una storia che, nella sua ordinarietà, diventa straordinaria.
Si sprigiona da essa una luce che non può più spegnersi: è la luce di una vita fecondata dallo Spirito e dalla Grazia che diventa esemplare per i laici del nostro tempo. Che anzi può davvero essere stimolante per loro solo se riescono a sostare – anche se un po’ curiosi – dinanzi alla sua giovane vita che, in brevissimi anni, riuscì a fare sintesi tra professionalità e radicalità evangelica, tra giovinezza fisica e maturità interiore, tra freschezza gioiosa e pensoso silenzio, tra piena laicità e solare santità.
Possiamo ora affermare che Marvelli è un contemplativo nell’azione e dimostra come e quanto sia possibile per cristiani impegnati vivere la contemplazione per le strade del mondo nell’ambito dell’universale vocazione alla santità.
La sua testimonianza risulta essere un modello di predicazione indiretta, ma incisiva. Si tratta di una testimonianza di vita pura e libera, umile e colma di amore. In una parola è la santità vissuta nei fatti ordinari della vita quotidiana che sa incidere nei cuori degli altri e infondervi fede e speranza per guidarli nel nuovo cammino inaugurato da Cristo, Signore della storia.
Per tutti questi motivi Alberto Marvelli costituisce un esempio magnifico del laico che deve, e può, con le sue opere di cristiano, compiute nella fede, nella carità e nella giustizia, trasformare la società promuovendo in essa un tenore di vita più umano secondo le indicazioni del Vangelo e della Chiesa.
Egli non vive la sua vocazione alla santità in un intimismo deviante, ma nel mondo, cioè incarnata nella vita sociale, politica ed ecclesiale.
La santità di Marvelli è la santità dell’uomo a pieno titolo, immerso nel suo tempo che si fa carico di tutte le situazioni umane in cui Dio lo vuole, secondo i suoi misteriosi disegni.
Marvelli è testimone dell’invisibile, un vero e proprio contemplativo tra le realtà umane. Colpisce in lui l’esperienza di una mistica laicale che anticipa anzitempo una verità confermata dal Vaticano II: “Cercare il regno di Dio trattando le realtà temporali e orientandole secondo Dio”. La sua santità ben radicata su questa terra tiene alto sguardo verso il cielo ed egli scrive: “L’anima è rapita in contemplazione, dimentica di essere sulla terra, pregusta il paradiso”.
Egli avverte così che la sua vocazione alla santità è la vocazione connaturale a ogni uomo predestinato all’intima ed eterna comunione con le divine persone.
Ai giovani di oggi immersi nella cultura del chiasso, del benessere, del tutto e subito la persona di Marvelli può passare inosservata o non dire nulla. Se qualcuno di loro, però, potesse fermarsi un attimo ed ascoltarne la voce e guardarne il volto nella freschezza dei suoi ventotto anni, di certo potrebbe chiedersi se la sua vita abbia un senso o se non valga la pena di accostarsi alla sua persona per decidersi a vivere una vita altra, con uno stile alto di scelte che abbiano significato e valore.
Don Mario Fresta