“La sicurezza è certamente un bene importante ma non per questo le persone devono rintanarsi nella proprie case e avere paura. La sicurezza va costruita con la fiducia, sentimento che cresce e si diffonde a macchia d’olio, l’unica strada che regala serenità ai cittadini”. Questo focus sulla legalità è uno dei passaggi chiave dell’intervento di Franco Miano, il presidente dell’Azione Cattolica intervenuto in occasione dell’incontro “Territorio solidale. Costruire la speranza tra sicurezza e marginalità” promosso a Rimini dalla stessa associazione.
Quella riminese è la penultima tappa di una sorta di “giro d’Italia” che l’Azione Cattolica ha organizzato in sedici tappe in altrettante regioni ecclesiastiche italiane. Il traguardo è previsto a Torino, in aprile, in coincidenza con l’ostensione della santa Sindone. Si tratta di un ampio percorso in vista della Settimana Sociale dei cattolici italiani, un “allenamento” fatto di dialogo e confronto con le realtà territoriali, con la società civile e le istituzioni, su questioni attuali come lavoro, federalismo fiscale, cura per l’ambiente e il patrimonio, accoglienza, immigrazione ed emigrazione.
Come è possibile conciliare sicurezza e solidarietà? Vera Negri Zamagni, ordinario di Storia dell’Economia all’Università di Bologna, ha la sua “ricetta”. “La questione è certamente più complessa che in passato: – avverte la studiosa – allora c’era una cultura con una radice comune a fare da collante, oggi ci sono culture in contrasto tra loro. Questo non deve scoraggiare: sicurezza e solidarietà possono andare a braccetto e occorre lavorare per questo, cercando una strada comune fatta di dialogo, studio e ascolto. Inoltre è importante capire che la sicurezza non è un problema che chiama in causa solo gli immigrati”. Mafia, camorra e ndrangheta sono esempi tutti italiani di degrado che mina alle radici la convivenza tra le persone e la crescita della società civile. “Occorre frenare quell’individualismo che non fa pensare al bene comune, arginare le problematiche inerenti il lavoro acuite con la crisi ed educare a valori solidi” è il possibile percorso indicato dalla Negri Zamagni.
A dare il via ai lavori riminesi (un incontro molto affollato) ci han pensato il sindaco Alberto Ravaioli e il vescovo mons. Francesco Lambiasi. Per costruire un “territorio solidale” cosa possono chiedere i cattolici italiani alla politica. Miano ha le idee chiare: “un plus di moralità, più attenzione ai poveri e agli ultimi, e una politica in grado di volare alto”. E di tradursi in buone pratiche. Miano ha ricordato infatti che la cultura della solidarietà per Ac si concretizza accostando sette copie di parole: Parole-Storia, vita e pace, famiglia e scuola, persona e gruppi/associazioni, integralità della formazione e buone esperienze, competenze e generosa dedizione, ethos diffuso e testimonianza personale, come quella di Vittorio Bachelet che proprio ieri avrebbe compiuto 84 anni. O quella di don Oreste Benzi, uno che “ha davvero sparigliato le carte – lo ha definito Giovanni Paolo Ramonda, che ha preso il suo posto alla guida dell’Associazine Papa Giovanni XXIII – con la sua vicinanza agli ultimi”. Per Ramonda la lezione di don Benzi può tradursi anche sviluppando una imprenditoria di nuova generazione, capace di reinventare il lavoro pure in termini cooperativi.
Paolo Guiducci