Dejavù, quel fenomeno secondo il quale si ha l’impressione di aver già vissuto un evento in corso. È l’esatta sensazione che si prova nell’apprendere che il 21 luglio il Tempio crematorio del Cimitero Monumentale e Civico di Rimini è entrato in funzione. Una sensazione di familiarità che nasce, al contrario di un vero dejavù, dal fatto che il Tempio, unitamente alla Sala del Commiato, erano stati già inaugurati ufficialmente. Un’inaugurazione che risale a poco più di tre mesi fa (la mattinata del 19 aprile) e che ha visto una cerimonia piuttosto importante, con tanto di taglio del nastro alla presenza di Sindaco, Assessore, giornalisti e telecamere, il tutto in piena campagna elettorale. “Oggi avanziamo in termini di diritti civili – dichiarava l’allora assessore ai Servizi al Cittadino, Irina Imola, quel 19 aprile – dando, con l’opportunità di esercitarli, una risposta ai cittadini che per i propri cari vogliano scegliere qui a Rimini, a casa propria, la cremazione. Non possiamo che essere felici di essere riusciti ad arrivare alla fine di un percorso lungo e impegnativo, grazie alla realizzazione di questa struttura non solo bella ma anche funzionale”.
Una struttura che però, purtroppo, per più di tre mesi è stata funzionale ma non funzionante. Perché?
Secondo alcuni operatori di agenzie funebri riminesi il ritardo del servizio sarebbe stato causato dal mancato adempimento dei collaudi che sarebbero stati eseguiti successivamente all’inaugurazione.
È infatti datata 18 maggio 2016, 30 giorni dopo, la notizia pubblicata sul sito del Comune di Rimini che afferma che “è in fase di conclusione il collaudo del Tempio crematorio, l’opera realizzata nel Cimitero Monumentale e Civico di Rimini i cui lavori sono terminati nel mese di aprile”. Rimane però difficile comprendere come mai per due mesi interi, a collaudi ultimati, i cittadini non abbiano potuto in alcun modo usufruire del Tempio crematorio e della Sala del Commiato, <+cors>“uno spazio civile dove raccogliersi in un momento delicato della propria vita come quello dell’addio ad un affetto, elevando la funzionalità e la bellezza di questo luogo”, secondo le parole del sindaco Gnassi, usate in occasione del taglio del nastro. Per fortuna, in fin dei conti, al disservizio della struttura non si sono accompagnati particolari disagi o polemiche. Né dal punto di vista dei cittadini, né da quello degli addetti ai lavori. E dire che la cremazione, soprattutto per ragioni economiche, rappresenta una prassi funeraria in aumento: a livello provinciale, infatti, si attesta che nel 2015 le cremazioni totali sono state 536, per una percentuale di poco superiore al 30%, in aumento del 2-3% rispetto al 2014.
L’agenzia di onoranze funebri di Rimini Amir, ad esempio, non ha riscontrato particolari disagi o problematiche, avendo continuato ad usufruire del servizio dei forni crematori della Romagna. Nella stessa situazione anche le pompe funebri San Gaudenzo: “C’è stato un indubbio disservizio nel mancato funzionamento del Tempio crematorio – commenta il responsabile Andrea Vittori – soprattutto in rapporto al tipo di inaugurazione cui abbiamo assistito. Normalmente, durante un qualsiasi evento di inaugurazione, mi aspetterei di poter usufruire del servizio inaugurato il giorno stesso, o al massimo il giorno dopo. Di certo non di aspettare tre mesi.
Per fortuna, però, tutto questo non è stato fonte di problemi. Noi abbiamo continuato a lavorare tranquillamente usufruendo, come sempre, dei servizi di cremazione dei forni di Ravenna e Cesena. E, allo stesso tempo, le persone non hanno manifestato disagi o lamentale particolari”.
Simone Santini