Come tutte le mattine Marco e Alberto vanno a pescare, ma quando tirano su la rete hanno una brutta sorpresa: si è impigliata una tartaruga, ferita gravemente. I bambini chiamano il Wwf, i cui volontari portano la tartaruga alla Fondazione Cetacea di Riccione: qui sarà curata. Riuscirà Tarty a tornare nel mare con la sua famiglia?
In una giornata di sole, Daniele e Sofia decidono di fare una passeggiata in bicicletta fino al pozzo dei ricordi. S’imbattono in uno scoiattolo e decidono di seguirlo, inoltrandosi nel bosco. Scoprono così vicino a un casolare abbandonato una discarica di rifiuti. Nel cumulo di immondizia trovano una ruota di bicicletta. Vanno a chiamare Nonno Lucio e lo portano in discarica: assemblando tutti i pezzi, il nonno riesce a ricostruire una bicicletta. Quale sarà il destino del casolare abbandonato?
La storia di Tarty, il destino della discarica abusiva e altre vicende che hanno per protagonisti i bambini all’interno di tematiche forti e “adulte”, sono alcuni dei capitoli di “Cartoni animati di solidarietà”, il progetto didattico a cura delle Associazioni di Volontariato, con il sostegno del Centro di servizio per il volontariato Volontarimini della provincia di Rimini, che in collaborazione con il festival internazionale di fumetto e animazione Cartoon Club di Rimini, traduce ogni anno da due lustri a questa parte, la creatività degli alunni delle scuole primarie di Rimini e circondario attraverso l’animazione.
“Cartoni animati di solidarietà”, giunto al traguardo delle dieci edizioni e sempre condotto dal riminese Riccardo Maneglia, esperto di cinema di animazione, è un laboratorio annuale che trova la sua “consacrazione” durante le giornate del festival, in luglio.
I volontari di alcune associazioni del territorio si recano nelle classi per raccontare la loro storia e il loro impegno: i bambini vengono stimolati e – grazie alla presenza di un esperto di disegno animato – alla realizzazione di cartoni animati che descrivono temi e attività dei volontari. “Ogni classe ha così l’opportunità di produrre un’animazione inventando la storia e costruendola dallo storyboard fino alla fase delle riprese. – racconta giustamente orgoglioso Maneglia – Gli alunni producono dei cortometraggi che racchiudono importanti messaggi di solidarietà e rispetto che permettono loro di sviluppare, interpretare, rielaborare in maniera creativa gli argomenti presentati, dando vita e movimento alle loro idee e nello stesso tempo imparando a conoscere le tecniche del cinema d’animazione”.
L’animazione viene dunque utilizzata come mediatore didattico, “strumento in grado di stimolare la curiosità dei bambini che diventano protagonisti dell’ideazione e costruzione dei loro piccoli film. – rilancia la direttrice artistica del Festival, Sabrina Zanetti – I giovanissimi autori lavorano in gruppo sia nella rielaborazione delle informazioni ricevute dai volontari sia nella costruzione di un prodotto attraverso i disegni animati”.
A conclusione del progetto gli elaborati sono raccolti in un DVD, consegnati a ogni partecipante e proiettati durante il Festival. Ed è qui che le storie prendono vita anche sul grande schermo. Andrea e Martina, ad esempio, che con babbo Matteo durante una gita in barca al largo dell’Adriatico invece di ammirare pesci e fondali, trovano davanti ai loro occhi uno spettacolo ben diverso: tanti rifiuti che galleggiano sull’acqua. Scatta l’sos a Legambiente: riusciranno i bambini della IV A della scuola F.lli Cervi di Sant’Ermete e i volontari ad effettuare “Il salvataggio”?
Tommaso Cevoli