Useranno ancora le nuove generazioni la frase: “sei grande e vaccinato?”. Della crescente diffidenza sui vaccini, che dalle nostre parti ha percentuali record, si è detto tanto e ci si è divisi sui social network prima che altre tragiche vicende salissero inevitabilmente alla ribalta. Siamo la società delle medicine con la O: olistica, omeopatica e soprattutto online. Poi uno grande è vaccinato e impara che internet va preso con cautela: a stare a sentire quello che trovo su Google in merito ai sintomi dei miei malanni, in questo momento dovrei scrivervi dal camposanto. Ma, se l’allarmismo sui vaccini è andato a volte oltre quello che la scienza rende lecito, non è che dall’altra parte si possa tirare la prima pietra. È mancato un passaggio o se c’è stato non me ne sono accorto. Ovvero, prima di scagliarsi contro i seminatori di allarmi infondati, una pubblica richiesta di scuse da parte della medicina su situazioni sfuggite al controllo. Perché i soggiorni in località esotiche travestiti da convegni offerti dalle case farmaceutiche ai medici non li ha inventati Facebook, così come qualche risposta un po’ più decisa al sospetto che dietro ai vaccini ci siano enormi business non avrebbe fatto male. Per intenderci: prima di chiedere di porgere l’altro braccio forse ci voleva un bel vaccino contro la diffidenza. Anche se siamo grandi e vaccinati.
