Quando suor Assunta ha detto il suo sì al Signore era il 27 novembre 1949: ormai 70 anni di vita consacrata e 95 anni di età. Oggi Suor Assunta è ancora arzilla e battagliera, sempre nella sua “boutique”, a svolgere servizio per le persone in difficoltà nel settore indumenti.
L’abbiamo incontrata in occasione del suo 95° compleanno.
Suor Assunta come nasce la tua scelta?
“A 16 anni lavoravo con le suore Figlie della carità, in provincia di Torino. A 25 il Signore mi ha chiamata. Ho sorpreso tutti, amici, familiari, e anche la suora superiore, perché mi dicevano che in noviziato non ci sarei rimasta neanche un giorno: avevo un carattere troppo esuberante. Invece, dopo 9 mesi ho preso l’abito. Ho scelto le Figlie della carità perché ho visto quello che facevano; mi ha colpito il loro servizio e il loro carisma: essere vicino alle persone bisognose, amare e servire il Signore presente in loro”.
Il servizio alle persone in difficoltà l’ha portata a prestare la sua opera in varie parti d’Italia: dal brefotrofio della sua città, a quello di Mantova, fino al reparto di pediatria dell’Ospedale di Forlì. Poi il lavoro infermieristico, anche a domicilio, presso una Casa di riposo a Meldola. Da qui a Genova, in una casa di accoglienza per ragazzi, poi l’arrivo alla Caritas diocesana di Rimini.
Qual è il tuo servizio oggi?
“In Caritas, da 23 anni, mi occupo della cura degli indumenti, dallo smistamento fino alla consegna ai poveri. Questo servizio è molto arricchente perché risponde al comandamento del Signore: ero nudo e mi avete vestito, ma vi sono anche due grandi fatiche: la prima, è far capire a chi dona i vestiti che gli indumenti che portano devono essere puliti, dignitosi come se li dovessero indossare loro. Invece, purtroppo, molte volte sono letteralmente da buttare via; l’altra è educare i poveri ad accontentarsi e a ringraziare per quello che viene loro donato”.
Nella sua boutique, la stanza dove vengono sistemati e suddivisi i vestiti, tutto è sempre in ordine e il servizio viene svolto con l’amore di sempre: un amore che non fa mancare qualche sgridata ai poveri per le eccessive pretese. Suor Assunta condivide la sua esperienza in Caritas con tre sorelle: Suor Elsa, impegnata nel Centro di ascolto e suor “servente” (la superiora), suor Angela anche lei nel settore vestiti e suor Giovanna impegnata in mensa. Le sorelle ci tengono a sottolineare che “suor Assunta ha una grande delicatezza d’animo perché quando le persone portano gli indumenti, lei, mentre li sistema, ha già in mente quel ragazzo, quella donna, quel povero che indosserà quel determinato abito. Veramente per lei i poveri non sono solo degli utenti di un servizio, ma fratelli da amare e da portare nel cuore”.
Quale l’esperienza più bella di questi lunghi anni?
“Direi che è proprio il servizio ai poveri con le sue fatiche, le arrabbiature, ma con tanti volti umili e sorridenti che esprimono ringraziamento per il dono ricevuto. I poveri mi hanno arricchito come persona e come suora e ho capito che non sono io che dono a loro, ma sono loro che donano a me. Ha ragione papa Francesco, quando dice che dobbiamo lasciarci evangelizzare dai poveri”.
A 95 anni non è ora di andare in pensione?
“Certo è un bel traguardo, ma l’amore non va in pensione; non si dovrebbe smettere mai di rendere Gloria a Dio e servire i fratelli. Io mi rendo disponibile per quello che il Signore mi chiede in ogni giorno che vorrà donarmi. Voglio dar lode al Signore per il dono della vita, per la mia vocazione che mi ha permesso di donare la mia vita a lui, attraverso il servizio dei poveri. Colgo l’occasione per ringraziare tutte le persone che in questi anni mi sono state vicine, in particolare le sorelle che tutt’ora condividono la gioia e le fatiche del servizio”.
Suor Assunta spesso lavora mattino e pomeriggio, e anche quando ritorna a casa non si ferma un minuto. “Anche nella vita comunitaria è molto attiva – spiega suor Elsa – alla Caritas è sempre disponibile anche per gli altri servizi; a casa il lavaggio dei piatti è sua prerogativa esclusiva, ma non si tira indietro di fronte ad eventuali necessità”.
Ma dove trovi la forza di fare tutto questo?
“La forza me la dà il Signore; ogni mattina, nella preghiera e nella Eucarestia che sono il mio pane quotidiano, che dà senso alla mia vita e al mio servizio”.
Suor Assunta non si ferma mai. Alla sera, dopo le ore passate tra indumenti e piatti, il suo pensiero continua a essere rivolto ai poveri. Allora prende in mano lana e ferri e prepara cappelli, sciarpe e qualche coperta per i più piccoli.
Siamo sicuri che in Paradiso – che dovrà attendere ancora molti anni – le hanno preparato il posto da responsabile del settore indumenti e quando sarà là non mancherà di sgridare don Oreste che ancora andrà in giro con quella tonaca lisa.
Cesare Giorgetti