La giungla di Baghdad e la guerra in Iraq, il traffico internazionale di armi e le ragioni di Stato, l’Afghanistan e le rotte dei petrodollari, la Somalia e i rifiuti tossici. Al Premio Ilaria Alpi, la manifestazione in programma a Riccione da giovedì 6 a sabato 8 settembre, arriva uno dei nomi di punta del giornalismo di inchiesta europeo, il reporter e documentarista francese Paul Moreira.
(Nato a Lisbona nel 1961, dall’età di due anni a Parigi), Paul Moreira contribuisce alla diffusione del giornalismo d’inchiesta all’interno dei palinsesti televisivi francesi. Ha cominciato la sua carriera giornalistica a Radio France International. Dopo aver lavorato come Grand Reporter a France 3, al mensile Actuel, a Liberation Magazine, all’agenzia Capa ed al programma Envoyé Special su France 2, 1997 passa a Canal Plus, nel 1997 dove piu’ tardi, nel 1999, crea il format 90 minutes.
I suoi reportage contribuiscono a riaprire numerosi casi irrisolti, diverse inchieste giudiziarie sepolte frettolosamente, crimini di guerra in Iraq o in Costa d’Avorio, Algeria, Birmania.
90 minutes contribuisce cosi’ alla rinascita del giornalismo investigativo della televisione francese, aggiudicandosi riconoscimenti anche nel resto di Europa, in Canada, Australia Giappone e Russia.
Nella sua carriera, Moreira ha anche incrociato la strada di Ilaria Alpi, la giornalista Rai uccisa nel 1994 a Mogadiscio insieme all’operatore Miran Hrovatin, a cui è dedicata la tre giorni riccionese. È suo, infatti, Toxic Somalia: l’autre piraterie, un reportage andato in onda sull’emittente franco-tedesca Arte dove, sulla pista seguita da Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, intervista i pirati somali (che accusano l’Occidente di sversare nelle loro acque rifiuti tossici), documentando l’aumento di infezioni e malattie, triplicate in 20 anni, e dove ricostruisce rapporti segreti tra uomini d’affari e criminal, traffici internazionali e gestione di scorie nucleari.
“Al momento della sua morte Ilaria Alpi stava indagando sul traffico di armi e rifiuti tossici tra il suo Paese e la Somalia. – racconta – Non siamo stati in grado di dare più informazioni sull’argomento perché la Somalia era già allora un Paese molto pericoloso. Mi sentivo frustrato e mi era rimasto il desiderio di recarmi un giorno sul terreno per indagare su questa storia. Le prove video della presenza di rifiuti tossici sulla costa somala non esistevano. Eppure, su Al Jazeera ho visto interviste con i pirati somali che accusavano l’Occidente di scaricare i rifiuti, distruggendo la flora e la fauna, e dicevano, provocando gravi infezioni agli abitanti delle coste: era la verità o un modo per giustificare i loro atti di pirateria? L’unico modo per saperlo è stato andare lì”.
Paul Moreira arriverà al Premio Ilaria Alpi sabato 8 settembre per tenere, a partire dalle ore 9, un workshop gratuito sul giornalismo di inchiesta (a Villa Mussolini, viale Milano 31).
Sullo stesso tema si confronterà (alle ore 16.30 presso il Palazzo del turismo, in piazzale Ceccarini 11) in un incontro, in omaggio a Roberto Morrione, con Udo Gumpel della tv tedesca Ntv e i reporter Rai Ennio Remondino e Maurizio Torrealta.
Stefano Rossini