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Nautica – sulla cresta dell’onda

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Rimini è il secondo distretto produttivo in Italia per numeri di dipendenti, fatturato e produzione. I numeri, che verranno diffusi interamente al prossimo Salone Nautico di Genova, sono stati anticipati da Ucina Confindustria Nautica e Fondazione Edison e assegnano la medaglia d’argento alla capitale del turismo italiano, dopo i cantieri di Viareggio.
La filiera nautica nazionale conta 18mila unità produttive con 180mila operatori e un moltiplicatore di attività che è tra i più alti dell’industria. Si calcola, infatti, che per ogni occupato nella cantieristica nautica diportistica, vengano generati 7,4 posti di lavoro nei settori contigui come porti turistici, manutenzioni, rimessaggi, turismo nautico.
In questo contesto, la provincia di Rimini può contare 1260 dipendenti. Secondo posto anche nel ranking delle filiere sul territorio nazionale che, per la sola costruzione, vedono Rimini ancora seconda con 307 milioni di euro di fatturato e un valore della produzione di 313 milioni di euro, preceduta da Lucca (666 milioni di euro di fatturato)  e seguita da Genova (80) Gorizia (74) e Milano (61).
“L’indagine sull’andamento dell’anno nautico in corso conferma il trend positivo per il settore Italia, con una crescita prevista intorno al 7,5% per l’anno nautico 2016. – riferisce il deputato PD Tiziano Arlotti che sta lavorato su questo settore – Nel 2015 il fatturato è aumentato del 12% circa salendo a 2,8 miliardi dai 2,5 del 2014. Anche i segnali dei comparti accessori e motori (per la vendita di fuoribordo, nell’ultimo biennio, si è assistito ad una crescita del 40%), sono incoraggianti e trainanti per tutta la cantieristica. Il settore nautico sta rialzando la testa, dopo otto anni di crisi drammatica, la ripresa è incoraggiante e in 3-4 anni potrebbe tornare sopra i 4 miliardi di fatturato”.
Questa è una buona notizia, anche perché, nel 2008, quando il mondo viene investito dalla crisi finanziaria ed economica, il settore nautico sembra quello che più di tutti viene investito dall’onda d’urto. Non dimentichiamo che anche a causa della crisi del settore nel 2012 il gruppo Ferretti passa in mano cinese per il 75%. Il presidente Tan Xuguang è leader mondiale nella progettazione, costruzione e commercializzazione di yacht e navi da diporto, con un portafoglio di sette marchi che comprende Ferretti Yachts, Riva, Itama, Pershing, CRN, Mochi Craft e Custom Line. Insomma, il meglio del lusso che solca i mari passa per le mani di Xuguang.

Dopo i provvedimenti fiscali del Governo Monti il mercato interno era crollato del 90%, con 40mila barche che avevano lasciato i porti turistici italiani. “Con l’abolizione della tassa stazionamento delle imbarcazioni da diporto, inserita in Legge di stabilità grazie all’emendamento a mia firma – continua Arlotti – nei primi 5 mesi del 2016 il leasing nautico è aumentato del 44% in termini di contratti e del 26% in valore. Nel 2015 l’aumento in valore era stato invece superiore all’aumento dei contratti. Questo vuol dire che anche il mercato interno è in ripresa e che si sta riducendo il valore medio dei contratti, cioè che tornano ad avvicinarsi alla nautica anche consumatori di reddito medio”.
Ma torniamo a Rimini e a questo secondo posto. Quali sono le aziende che hanno permesso questo risultato? Stefano Carlini (leggi intervista sotto) è quasi certo che il 90% del risultato sia dovuto all’attività della Ferretti. Vero è che al 31 agosto 2015, il Ferretti Group ha registrato una raccolta ordini consolidata pari a 253 milioni di euro, in incremento del 105% rispetto a quanto registrato nei primi otto mesi dell’esercizio 2014, con balzi del 187% superiori rispetto ai primi otto mesi dell’esercizio 2014 in alcune aree specifiche e 400 milioni di euro di fatturato nel 2015. Ovvio che questi 400 milioni non si riferiscono solo a Cattolica ma sono da condividere con altri stabilimenti (Forlì, La Spezia, Mondolfo)… ma si tratta pur sempre di 400 milioni.

Angela De Rubeis