Di tutta ’sta storia dell’aeroporto sottolineerei in particolare due parole, tanto abusata l’una quanto centellinata l’altra. Quella inflazionata è senz’altro “strategico”. L’aeroporto è strategico ed è da irresponsabili non sostenerlo adesso, dicono gli uni. L’aeroporto è strategico e non si può più gestirlo da irresponsabili, replicano gli altri. Avessero un euro per tutte le volte che vengono associati alla parola “strategico”, all’aeroporto avrebbero la metà dei debiti in meno. Ma non ce l’hanno e allora hai voglia a dire che è strategico: i debiti bisogna comunque trovare il modo di pagarli. La parola che non si sente quasi più è invece il nome proprio dell’aeroporto di Miramare: in pochi oggi lo chiamano “il Fellini”, come ci eravamo ormai abituati negli anni. Il motivo è una sorta di implicito imbarazzo. Al maestro noi riminesi vorremmo dedicare cose di cui andiamo fieri, e invece ci troviamo ad avere usato il suo nome ancora una volta per una realtà zoppicante dopo il noto caso della Fondazione, pace all’anima sua. Perciò la prossima volta che ci viene la botta d’orgoglio di intitolare qualcosa a Fellini pensiamoci bene prima. E valutiamo il rischio chedella botta d’orgoglio alla fine non rimanga solo la botta.
