Una volta fu chiesto a Rabbi Levi Isacco: “Perché in tutti i trattati del Talmud babilonese manca la prima pagina e ognuno comincia con la seconda?”. Egli rispose: “Per quanto un uomo abbia studiato, deve sempre ricordarsi che non è ancora arrivato alla prima pagina”.
Nella vita di fede – scrive il Vescovo nell’introduzione alla sua Lettera Pastorale Strada facendo – nella conoscenza di Gesù siamo sempre agli inizi. È il cuore del messaggio con cui mons. Lambiasi apre il nuovo anno pastorale, proponendo a tutti i “cercatori di Dio”, credenti o non-credenti, un percorso che, attraverso le pagine del vangelo di Matteo, invita a rimettersi in cammino. “Mi piacerebbe – scrive – che queste pagine potessero aiutare i fratelli credenti ad approdare ad una fede meno scontata, magari più pensata e più coerentemente vissuta. E potessero invitare gli amici non credenti a salpare verso la sponda di un pensiero più aperto al Mistero”. Una proposta per chi è inquieto, per chi ogni giorno sceglie di ricominciare ad amare, per chi non si siede, per chi non se ne sta tranquillo sul divano, come ama dire papa Francesco, ma si mette le scarpe, o ancor meglio gli scarponi, perché la salita non è facile e la ricerca della vetta non scontata. Scorrono così nella mente e davanti gli occhi di tutti le grandi domande, sulla felicità e la sofferenza; sull’amore e i suoi fallimenti; sulla giustizia e la pace di fronte al trionfo della violenza, dell’odio e della guerra… La nostra esistenza è attraversata da domande inquietanti, personali e collettive. Interrogativi che aprono verso la luce o che a volte ci spingono al buio. Molti sembrano rassegnati. Altri riscoprono la domanda in situazioni estreme. I discepoli di Gesù, che credono alla vita e la amano, si sentono interpellati. Evadere la ricerca di senso o rassegnarsi a una mancanza di speranza vuol dire impoverire la qualità della vita per sé e per gli altri. Ma per fare questo occorre nutrirsi del Vangelo e della sua capacità di mettere in crisi tante certezze, di indicare sempre nuove vie, di farci sentire inadeguati e bisognosi di soccorso (che noi chiamiamo grazia, perché è un dono… gratis). Il Vescovo indica alcuni percorsi: imparare a cercare (sulle tracce dei Magi), a credere (per attraversare il male), a gioire (le beatitudini), a seguire (la via della croce), a condividere (farsi pane come Gesù), a scegliere (contro la tentazione della io-latria), ad andare (io sono con voi). Per chi cerca, niente è scontato. Quando arrivi in cima al monte quel giorno può esserci nebbia e non si vede nulla, ma se c’è il sereno allora la vista premierà la fatica, senza alcun rimpianto per quel comodo divano che avrai lasciato in valle.
Giovanni Tonelli