Un milione di euro per progetti contro le discriminazioni e la violenza di genere e una nuova legge per la prevenzione e il contrasto al bullismo e al cyberbullismo. Regione e Parlamento scendono in campo per tutelare i più deboli. Lo fanno con due distinte azioni.
Il bando di via Aldo Moro. Partiamo dal bando dell’Emilia Romagna che vuole sostenere la rete territoriale di prevenzione e assistenza alle donne vittime di violenza e ai loro figli, supportando i progetti di ospitalità in emergenza, i percorsi di uscita dalla violenza e di autonomia e le azioni di prevenzione mirata a gruppi di donne a rischio di violenza.
Saranno sostenute anche attività di formazione per le figure sia professionali sia di volontariato coinvolte nella prevenzione e nel contrasto della violenza contro le donne. Potranno essere ammessi ai contributi regionali gli enti locali, in forma singola o associata, le associazioni di promozione sociale e le organizzazioni di volontariato iscritte al registro regionale e le onlus iscritte nell’anagrafe unica impegnate nella diffusione e attuazione del principio di pari opportunità fra donna e uomo, promozione e valorizzazione della condizione femminile o prevenzione e contrasto di ogni violenza e discriminazione sessista.
“È un passaggio importante, fortemente voluto e condiviso strettamente con il territorio – spiegano da via Aldo Moro – perché non vogliamo tollerare episodi di violenza alle donne e perché crediamo che questi fenomeni non siano un fatto privato”.
Stop ai bulli del web. L’altro progetto è quello già approvato dalla Camera e che ha come obiettivo quello di fermare i bulli che utilizzano il web per farsi forti.
“Il percorso della legge è stato condiviso fin dal suo inizio con un tavolo tecnico composto dalle associazioni per la tutela dei minori e delle vittime vulnerabili e dai rappresentanti dei maggiori social network – spiega l’onorevole riminese Tiziano Arlotti – siamo arrivati a un testo completo che intende dare uno strumento di tutela a chi è vittima di comportamenti vessatori e di emarginazione compiuti anche attraverso l’uso distorto e violento della Rete”.
Nel dettaglio, il provvedimento prevede l’ammonimento del Questore, sia per gli atti di bullismo sia per quelli di cyberbullismo puniti a querela. La disciplina è mutuata da quello dello stalking. Se l’ammonito è minorenne il Questore convocherà un genitore o chi ne ha la potestà. Per gli atti persecutori commessi con strumenti telematici (dissusione di immagini o video privati) si prevede una pena da un anno a sei mesi e la confisca degli strumenti.
“Lo scorso anno la Polizia postale ha trattato 120 casi di cyberbullismo di cui 23 diffamazioni on line, 6 ingiurie, 53 minacce, 2 molestie, 13 furti di identità, 23 diffusione di materiale pedopornografico – conclude Arlotti – proprio per questo abbiamo deciso di rifinanziare le attività della Polizia postale che in questi casi sono fondamentali”.
Lucia Genestreti