Una maratona da correre con il cuore più che con le gambe. Per respirare la vita a pieni polmoni. La corrono da un lustro in lungo e in largo per l’Italia “Gli spingitori di Fabrizio”, il gruppo di nove podisti capitanato dall’ex cestista Gabriele “Gelo” Rusin: l’obiettivo non è battere record, e nemmeno un cronometro da controllare ad ogni chilometro, ma spingere Fabrizio Casadei, tetraplegico dalla nascita, sul traguardo della vita.
Per mettere le “ali” al 46enne riminese, di Viserba per la verità, “Gelo” e i suoi compagni spingono a turno (5 km ciascuno) la carrozzina di Fabrizio, fino al traguardo. “E cerchiamo di coinvolgere il pubblico in cori per Fabrizio e un inno alla vita” rilancia Massimo Fabbri, uno dei nove “Spingitori di Fabrizio”, come si è chiamato il gruppo. “Entusiasta” è Mamma Nadia che unisce a qualche preoccupazione di natura tecnica il cuore gonfio di gioia per l’opportunità ricevuta.
Quella spinta di cuore e d’amicizia è talmente significativa che anche mamma Rai è stata coinvolta. Il terzo canale della televisione di Stato dedicherà a Fabrizio e ai suoi spingitori una intera puntata del programma “Inviato Speciale”, cinque puntate in programmazione dal 2 al 6 gennaio 2018, “in un orario di grande ascolto (20-20.25 circa). – spiega Marco Piazza, il giornalista che firma il programma – Tra le cinque storie che abbiamo deciso di raccontare c’è quella degli spingitori di Fabrizio che avevo scritto qualche anno fa per «InVisibili» (il blog di Corriere.it per confrontarsi sui temi della disabilità, ndr). L’idea è di ricreare il racconto del gruppo di amici che decide di realizzare il sogno di Fabrizio fino a riuscire a portarlo a disputare una maratona”.
Le riprese a Viserba, a casa di Fabrizio, attese proprio in questi giorni, rappresentano un ulteriore prova che le barriere si possono superare con fratellanza e solidarietà. La Rai poi continuerà a filmare e a registrare questa bellissima storia riminese in occasione della maratona di Parma, sabato 14 e domenica 15 ottobre.
La maratona del cuore è il personale regalo di laurea di Rusin all’amico Fabrizio, dottore in Filosofia con il massimo dei voti all’Università di Bologna. “Fabrizio, ti regalo una maratona!”, ha lanciato l’idea il vulcanico ex cestista ed ora podista non per caso. Fabrizio conosceva troppo bene Gelo per sapere che quella non era una infelice battuta. Per cui si è acceso di gioia all’idea, curioso di conoscere come l’amico Rusin avrebbe tradotto i 42,195 chilometri della promessa.
L’esordio dell’allegra brigata che non conosce barriere è stato a Verona, nell’autunno 2012. Ospiti di un ex giocatore di A1, Mirco Marcolini, si sono presentati al via con una maglietta bianca e il logo disegnato appositamente da un amico pittore: “Gli spingitori di Fabrizio” (così si è battezzato il gruppo). Insieme a loro, anche un altro gruppo proveniente da Prato, “I Maratonabili” per “dare gambe” nella città di Giulietta e Romeo ad alcune persone diversamente abili.
L’esperienza è stata talmente significativa che “Gli spingitori” han pensato bene di rimettersi in strada. L’occasione – servita su un piatto d’argento – è stata la Rimini Marathon: la gara, inaugurata quattro stagioni fa, mirava ad integrare le diverse abilità grazie al primo raduno nazionale spingitori di carrozzelle, che aprì la maratona vera e propria. Gli spingitori a Rimini “scattano” tre minuti prima dello start della maratona per “un momento di gloria” tutto per loro. (L’ultima edizione, per la verità, ha visto sgambettare anche qualche polemica e goliardata di troppo che non mina però il senso profondo dell’iniziativa). Gli spingitori di carrozzelle (ormai sono una dozzina ad alternarsi) sono amici, volontari, sportivi e familiari che vogliono provare la gioia e la fatica assieme ai loro amici speciali in questi raduni, da Rimini a Cesenatico fino alla prossima maratona di Parma.
La carrozzina è sempre oliata di tutto punto: Fabrizio non può utilizzarne altre perché la seduta è fatta su misura per lui. “È pesantuccia” ammette con una piccola smorfia Gelo. Ma un ragazzo speciale come Fabrizio merita la fatica di una spinta sul traguardo della vita.
Paolo Guiducci