Abbiamo scelto di commentare questi giorni con le parole dei tre pastori delle comunità maggiormente colpite dal dramma dell’alluvione
Lorenzo Ghizzoni, arcivescovo di Ravenna
Il carattere della nostra gente di Romagna ci aiuterà certamente ad affrontare l’emergenza e a progettare un futuro dove la terra e le leggi della natura saranno meglio rispettate, dove il richiamo ad uno sviluppo necessario ma sostenibile diventi prioritario, con la collaborazione di tutti, persone e politica.
C’è un detto romagnolo “Tin Bota” che significa, non mollare, ed è quello che la popolazione sta facendo. L’acqua ci ha colpito ma non ci ha vinto.
Ci ha scossi ma non piegati.
Il fango è tanto, il danno è enorme ma la speranza non viene meno. Dobbiamo puntare su questa resilienza che è motivo di speranza. I tempi saranno lunghi ed è necessario che lo Stato e la Comunità si impegnino in sforzi di tutela e di programmazione. Ora è il momento della solidarietà e della preghiera, poi verrà quello della riflessione per assumere con decisione stili di vita compatibili con il rispetto dell’ambiente.
Livio Corazza, vescovo di Forlì
Sono giorni in cui il sapore della tragedia si mischia a quello della consolazione, due sapori molto forti, due sentimenti contrastanti. Accanto alle macerie si muove una folla di giovani e
meno giovani sporchi di fango, armati di badili e di stivali, che da giorni lavorano senza sosta. Ognuno sentiva la casa degli altri come la propria e questo è consolante.
Solo la fraternità ci può salvare, come stiamo dimostrando. E come hanno dimostrato dieci giovani islamici che, guidati dal presidente delle comunità islamiche di Forlì, sono venuti a spalare la melma in seminario.
“Dov’è il Signore?” È tutta qui, in questi gesti, la risposta alla domanda che ci assale davanti a tragedie come questa: il Signore c’è nei volontari che camminano nel fango con le pale in mano per aiutare gli altri. Il Signore, ci ricorda la Bibbia, non è nel terremoto, nel vento forte ma nella brezza leggera. Il Signore non è nel male, nella tragedia, ma nella speranza, nella fiducia, nel bene e nell’amore di tanta gente. Dio c’è nei volontari, nella solidarietà, nella voglia di ricostruire e di guardare al futuro con speranza. Dio c’è in coloro che amano.
Douglas Regattieri, vescovo di Cesena-Sarsina
Domenica 11 giugno, solennità del Corpus Domini, vivremo una giornata di solidarietà in ogni chiesa della diocesi per le nostre parrocchie più colpite. E questo per mantenere stretto il legame tra la preghiera, il culto a Dio e la necessità di soccorrere poveri e bisognosi. Proprio nel giorno in cui onoriamo il corpo del Signore, vediamo questo stesso corpo soffrire nei nostri fratelli e delle nostre sorelle colpite dall’alluvione.