Ciò che soprattutto in questi giorni anima il dibattito socio-politico-economico, ma anche i comuni discorsi tra amici o colleghi, è senz’altro la cosiddetta ripartenza. Dentro a questa dizione, che certamente è una semplificazione della complessità del momento, si cela una quantità di interrogativi e proposte. A livello pubblico c’è chi procede a colpi di slogan, auspicando un incentivo alla propria leadership e c’è chi mette in campo studi e risorse, umane ed intellettuali, per disegnare un progetto.
In questa incertezza è ormai chiaro che non si tratta soltanto di misure politiche da porre in campo al momento, ma di mettersi a pensare ad un mondo insieme, nell’ottica indicata da Papa Francesco: “Peggio di questa crisi c’è solo il dramma di sprecarla”.
Rimangono gli interrogativi su come gestire emergenze sanitarie e convivenza sociale, nel contesto di una libertà che si credeva acquisita: ma quale libertà? E come vivere la dialettica tra democrazia e autorità?
Nello spazio limitato, talora “confinato” in cui siamo vissuti, abbiamo però chiaro che sperimentiamo la connessione con l’altro, siamo dipendenti da lui. È una nuova caratteristica dell’avverbio “insieme”, su cui grava il senso dell’altro ritenuto come potenziale vettore di contagio, ma che è anche, al contempo, oggetto di un desiderio, di una nostalgia del contatto fisico.
Il sociologo Mauro Magatti afferma, nel libro scritto con la professoressa Giaccardi, Nella fine è l’inizio, che possiamo parlare di “interindipendenza”, di libertà e legame ormai inscindibili, in un tempo in cui il Covid ha annullato la contrapposizione noi-voi.
La “responsività”, di cui parla Magatti, viene così a delinearsi come la necessità di uscire dall’equivoco del nostro tempo che pensa la libertà senza responsabilità. Questa è qualcuna delle parole chiave che usa per mostrare la via di un futuro insieme possibile e nuovo, non solo sul piano delle relazioni individuali, ma nell’ottica di un bene comune che non sia la somma di interessi ed egoismi individuali o di gruppo.
Sentiamo molto parlare di sostenibilità. La pandemia ha evidenziato in modo accentuato che il progresso economico dovrà fare i conti con il rispetto dell’ambiente, con la ricerca, con nuovi e necessari usi della tecnologia. Saranno queste alcune possibili domande da porre al professor Magatti: prospettive economiche, resilienza, nuove tecnologie e la prospettiva di futuro delle nuove generazioni, per tornare a pensare un mondo possibile.
Mauro Magatti è sociologo ed economista. È stato preside della facoltà di Sociologia presso l’Università Cattolica di Milano, dove insegna Sociologia e Analisi e istituzioni del capitalismo contemporaneo. È un apprezzato editorialista del «Corriere della Sera» e di «Avvenire», ha pubblicato numerose monografie e saggi su riviste italiane e straniere. È intervenuto a varie edizioni del Meeting.
A lui ci rivolgiamo per essere aiutati ad elaborare una prospettiva di futuro personale e sociale che non sia di frustrazione o di rabbia, ma di una nuova, possibile solidarietà.
Mirna Ambrogiani
Servizio diocesano per il Progetto Culturale
Il sociologo Mauro Magatti , interverrà in una conversazione pubblica online mercoledì 28 aprile, ore 21, su piattaforma Zoom (ci si può collegare anche dal sito www.ilponte.com), sul tema “Sostenibilità integrale e fratellanza universale. Per un futuro insieme”. L’incontro è promosso dal Servizio diocesano per il Progetto culturale.