Quattro rappresentazioni per il presepe vivente di Montefiore Conca. Che da quest’anno può nuovamente contare sul fascino della Rocca Malatestiana, da poco restaurata e pronta per essere trasformata come di consueto nel Palazzo di Re Erode. Archiviato da alcune stagioni l’appuntamento della notte della vigilia, il presepe vivente tornerà nella sua versione più completa nei pomeriggi di 26 e 28 dicembre, 4 e 6 gennaio. Il percorso si snoda attraverso l’intero borgo, animato da 150 figuranti in costume d’epoca impegnati a far rivivere una trentina di quadri di vita quotidiana dell’antica Galilea (il villaggio dei pescatori, dei pastori, degli arabi, il mercato, antichi mestieri come il fabbro, falegname e vasaio, il castello di Re Erode…) sonorizzati dalla musica natalizia delle zampogne. Il viaggio nel tempo si conclude nell’arena ai piedi della Rocca Malatestiana per ammirare la Natività, che, come da consolidata tradizione, vedrà alternarsi due coppie di Montefiore con i loro bimbi, scelti tra gli ultimi nati della comunità. Le rappresentazioni iniziano alle 16.30 per concludersi alle 19.30. Unica eccezione nel giorno dell’Epifania, in cui i Re Magi si metteranno in cammino verso la capanna di Betlemme alle 17.30. Ingresso gratuito per i bambini, 3 euro per gli adulti.
In giro per i borghi antichi
Tempo di Natale dunque tempo di presepi, dai più piccoli domestici a quelli grandi nelle chiese e nei luoghi aperti al pubblico. E da qualche anno anche tempo di rappresentazioni dal vero della Natività in luoghi suggestivi come borghi antichi più o meno conservati. Tra i più giovani, ma da subito apprezzati da numerosissimi visitatori, sono quelli di Montescudo e di Monte Colombo che possono vantare ciascuno un’ambientazione di tutto rispetto e qualcosa come 120-150 figuranti in costume. Si inizia nel pomeriggio di domenica 21 a Montescudo con la terza edizione di un presepe vivente che raggruppa una serie di quadri a rappresentare la vita di duemila anni fa. Il presepe si sviluppa lungo un percorso che i visitatori sono invitati a seguire e che coinvolge l’area della chiesa, alcune strade del centro e la parte più alta e antica del paese. Il pomeriggio della domenica successiva tocca agli abitanti di Monte Colombo che per il secondo anno allestiscono una sorta di nuova Betlemme ricostruendo botteghe artigiane, osterie, negozi e banchi da mercanti, quartieri di soldati all’interno del capoluogo ancora racchiuso entro le mura malatestiane, ed ancora, appena fuori dal borgo, gli accampamenti dei pastori e la grotta della Natività, ricavata nella chiesa parrocchiale.
Maurizio Casadei
Gabriele Pizzi