La scuola elementare di Riccione Paese festeggia cent’anni di vita. Era, infatti, il 1910, quando tra le polemiche fu messa in cantiere per poi essere aperta l’anno successivo. Nel tempo il fabbricato ha resistito ad eventi sismici, come quello del 1916, alla Seconda Guerra Mondiale e, negli anni Settanta, alla demolizione, programmata dagli amministratori comunali per costruire un nuovo plesso. Ma la storica scuola è ancora lì, superba, quasi a sfidare nel tempo l’antistante ospedale “Ceccarini”, che celebrerà il suo centoventesimo anniversario nel 2012, in occasione dei 90 anni di autonomia comunale e ai 100 dell’intitolazione a Maria Boorman “Ceccarini” dell’omonimo viale che la fiancheggia. Tra i tre appuntamenti in calendario per il centenario dello storico edificio, c’è quello di sabato 17, alle 10.30, promosso da Sandra Villa, direttrice del secondo Circolo didattico. Si tratta dello spettacolo L’è pass cent’ann – sòna ancora la campena de Paes, performance teatrale e musicale con gli alunni delle elementari di Riccione Paese.
L’appuntamento è nell’auditorium della scuola di Fontanelle che recentemente ha ospitato la giornata celebrativa con la conduzione di Edmo Vandi, memoria storica della vecchia scuolina.
Il perché della sua costruzione non condivisa lo si legge nella lettera inviata all’epoca dal dottor Felice Pullé al direttore: “Ritenevo inadatta l’area tra la Via Viola (ora Ceccarini) e la Flaminia (ora Corso Fratelli Cervi) di fronte all’ospedale Ceccarini… Si ha dunque ragione di dire che non si ci sa proprio spiegare, perché a Riccione nella scelta della località per l’edificio scolastico sia stata data la preferenza alla località più esposta alla polvere e più ristretta”.
L’osservazione fu però ignorata. La scuola divenne presto fulcro della vita del Paese, finché durante la guerra, nell’interrato, si trasformò in rifugio per tanti riccionesi che cercavano di sfuggire ai bombardamenti che la danneggiarono. Una bomba inesplosa è stata ritrovata una decina di anni fa nel giardino, dove tuttora giocano i bimbi.
Tra i personaggi legati alla storia di questa scuola, spiccano quelli di Martèin ad Baldacc, il bidello claudicante, il maestro Cenci soprannominato Bafùti, che ogni giorno arrivava da Rimini in bicicletta, la severa maestra Magrini, e la Capelli, dolce e comprensiva. Come ricorda Vandi: “Tante generazioni hanno occupato quelle aule dai soffitti stratosferici. Si spera che queste testimonianze così solide, così massicce possano continuare le loro funzioni all’infinito, senza che nulla cambi, con la gioia e l’emozione che si rinnovano ogni volta che passiamo lì davanti”.
Nives Concolino