Fonte di vita, ma anche di rischi, se non “gestito” nel modo giusto. È il nostro sole, compagno imprescindibile delle estati rivierasche, fulcro attorno al quale ruota tutta la macchina del turismo nostrano (oltre che, un pelo più in grande, della vita sul nostro pianeta). Un compagno, però, che non va preso sottogamba: numerosi i rischi sul nostro organismo, se ci si espone ai suoi raggi senza le dovute precauzioni.
Come comportarsi, dunque, per godersi il sole senza rischi? Risponde il dottor Stefano Catrani, dermatologo e chirurgo riminese.
Dottor Catrani, il sole è amico o nemico del nostro organismo?
“Il sole è un amico da ‘filtrare’. Se da una parte, infatti, sono note le sue proprietà benefiche (antidepressiva e anti-rachitismo) dall’altra sono ben conosciute anche quelle nocive, sia immediate che tardive: alterazione del sistema immunitario, eritema ed ustioni, fotodermatiti,fotoinvecchiamento cutaneo e fotocarcinogenesi”.
Nello specifico, da cosa sono dovuti gli eventuali danni all’organismo?
“Della radiazione solare che arriva sulla Terra, sono due i tipi di raggi ultravioletti che concorrono alla comparsa dei danni cutanei: UVA e UVB. Gli UVB sono quelli più potenti ma si arrestano all’epidermide, dove possono svolgere un’azione cancerogena diretta attraverso modificazioni del DNA delle cellule. Gli UVA, invece, sono meno intensi ma si spingono in profondità nella pelle, dove danneggiando le strutture di sostegno risultano i principali responsabili dell’invecchiamento cutaneo”.
Cosa fare, dunque, per proteggerci al meglio?
“Le Linee Guida italiane, promosse dall’Istituto Superiore di Sanità nel 2012, fissano alcuni punti fondamentali di prevenzione primaria dei tumori cutanei: evitare le esposizioni eccessive e le scottature, specie se si appartiene ai fototipi 1 e 2 (pelle chiara); esporsi gradualmente al sole; evitare di esporsi nelle ore centrali della giornata; utilizzare cappello con visiera, maglietta e occhiali da sole; ripararsi all’ombra; usare creme solari adeguate al fototipo, con filtri UVA e UVB, consultando il dermatologo in caso di allergie; applicare le creme solari a dosi adeguate e più volte durante l’esposizione; proteggere in modo particolare naso, orecchie, petto, spalle, cuoio capelluto; evitare l’uso di lampade abbronzanti, che invecchiano precocemente la pelle e in Italia sono vietate ai minori”.
E un’attenzione particolare ai bambini.
“I bambini e i ragazzi sono la fascia di popolazione più a rischio: le ustioni solari durante l’infanzia o l’adolescenza rappresentano uno dei principali fattori che predispongono allo sviluppo dei tumori della pelle. Durante la nostra infanzia e adolescenza, prima dei 18 anni, si stima che in media riceviamo gran parte della dose totale di radiazione solare dell’intera vita, soprattutto in estate. Pertanto è molto importante diffondere la cultura della prevenzione, nelle scuole e nelle famiglie”.
Quali sono le principali patologie causate dall’esposizione solare?
“In primis le ustioni solari, che sono causate da un’esposizione eccessiva, in genere breve, alla luce ultravioletta. L’ustione solare causa dolore e arrossamento della pelle e a volte vescicole, bolle, febbre e brividi.
Un’altra patologia cutanea estiva molto frequente è rappresentata dalle fotodermatiti, cheappaiono in caso di assunzione o applicazione di sostanze che in seguito all’esposizione solare si trasformano dando vita a reazionitossiche o allergiche, come ad esempio il fico, il prezzemolo e il sedano. Le persone colpite presentano eritema e lesioni bollose,alle quali è associato prurito e talvolta dolore e bruciore. Una patologia molto comune, soprattuttofra i giovani che praticano sport in spiagga, è l’acne aestivalis detta ‘di Majorca’, dovuta agli effetti dei raggi UV in relazione al clima caldo-umido.
Porta allo sviluppo di piccole pustole, a forma di cupola, localizzate sul petto o nella regione deltoidea, ma anche in altre aree particolarmente esposte al sole. Infine, ovviamente, non va dimenticato il rischio di tumori cutanei, come il melanoma”.
Creme protettive. Qual è il loro utilizzo corretto?
“Le creme solari sono distinte in 4 categorie, cui corrispondono diversi livelli di protezione: Basso (6 – 10), Medio (15 – 20 – 25), Alto (30 – 50) e Molto alto (50+). Le creme solari, dunque, offrono una protezione ‘allargata’, o ad ampio spettro, realizzata utilizzando filtri sia per i raggi UVA sia UVB. In ogni caso, qualsiasi sia il prodotto, occorre tenere a mente una serie di regole, per utilizzarle in modo efficace.
Innanzitutto va ricordato che la crema solare non serve a prolungare il tempo di esposizione al sole; la protezione va applicata di frequente, soprattutto dopo il bagno in mare e la sudorazione intensa; va utilizzata in quantità generose e, infine, deve essere applicata sulla pelle nel modo più uniforme possibile”.
Il ruolo dell’alimentazione. Ci sono cibi che aiutano la resistenza al sole?
“La pelle si difende dai danni indotti dal sole con l’attivazione di meccanismi naturali di fotoprotezione. La maggior parte di questi sistemi, però, diviene insufficiente in caso di intensa e prolungata esposizione ai raggi UV, portando al temibile stress ossidativo. Un elevato numero di sostanze naturali, presenti negli alimenti, sono dotate di attività antiossidante e possono contribuire a rafforzare le difese naturali e a rendere inoffensivi i raggi UV.
Le principali sostanze in grado di svolgere queste funzioni, attualmente note, sono i carotenoidi, presenti in diversi alimenti vegetali di colore rosso-arancione, come carote, albicocche, meloni, pomodori e angurie; l’acido ascorbico (la vitamina C), di cui sono ricchi gli agrumi, i kiwi, i peperoni, i pomodori e gli ortaggi a foglia verde; l’a-tocoferolo (vitamina E), presente in alimenti come oli vegetali, cereali integrali, uova, fegato, legumi, frutta secca e verdura a foglia verde; e, più recentemente, i polifenoli contenuti, ad esempio, nel the verde. Infine, importante la vitamina A, potente antiossidante che si trova nel pesce grasso (salmone, sgombro)”.
Purtroppo l’inquinamento è una realtà di cui bisogna tenere conto. Lo smog può amplificare i rischi dovuti all’esposizione solare?
“Sì, l’inquinamento ambientale è uno dei peggiori nemici della pelle. Le polveri sottili alterano l’integrità della barriera cutanea, e questo comporta sia una maggiore perdita di acqua presente nell’epidermide, con conseguenti bassi livelli di idratazione e secchezza cutanea, sia un’aumentata suscettibilità a fattori ambientali, come irritanti, allergeni e microbi. Ne conseguono tutte quelle reazioni che a catena portano all’invecchiamento cutaneo e una maggiore facilità allo sviluppo di dermatiti”.