Il vescovo mons. Francesco Lambiasi sta concludendo il primo processo per la dichiarazione di nullità del matrimonio «nella forma più breve» iniziato a Rimini. Lo rendono possibile in certi casi le procedure riformate dal Papa. Il “libello”, ossia la richiesta di avviare un processo davanti al Tribunale ecclesiastico, era stato depositato nell’aprile di quest’anno, dunque sono passati sette mesi tra l’inizio e la conclusione del procedimento.
Questo conferma l’impegno del Tribunale ecclesiastico regionale Flaminio, competente per la Romagna, che, primo in Italia, aveva attuato un processo simile nella diocesi di Bologna concluso con «sentenza depositata» lo scorso 20 luglio, a 4 mesi dalla richiesta di avvio del processo.
Il processo detto “più breve” (da distinguersi da quello “ordinario”) prevede che i coniugi e i testimoni concordano nel racconto dei fatti accaduti circa un matrimonio che ha visto presenti situazioni particolarmente gravi e pesanti indizi della sua inconsistenza, cioè della nullità.
In entrambe le forme del processo la Sentenza – salvo però il diritto di appello su istanza di parte e del Difensore del Vincolo – diventa «immediatamente esecutiva dopo un solo grado di giudizio». Con l’accorciare i tempi della giustizia ecclesiastica si raggiunge uno degli obiettivi fortemente voluti da Francesco, inteso a comprendere le attese delle persone ferite dal fallimento della loro esperienza matrimoniale. Oltre alla questione dei tempi il Tribunale a servizio dei Vescovi della nostra Regione intende accogliere la riforma promossa da Francesco nel favorire l’accesso al Tribunale dei fedeli delle varie Diocesi allargando la possibilità che gli interrogatori si svolgano presso le Curie del territorio di domicilio degli interessati.
La semplificazione della procedura continua comunque a sottostare alla immutata dottrina circa l’indissolubilità del matrimonio. Difatti solo «quando sia raggiunta la certezza morale della nullità o meno del matrimonio attraverso un vero e proprio processo» si giunge ad emettere la Sentenza.
È rilevante che tutto possa in effetti mostrare praticabile ed efficace la riforma del processo canonico entrata in vigore lo scorso 8 dicembre, favorendo l’opera del Tribunale a servizio della verità del matrimonio e del bene della famiglia
(gz)