Maria che guarda Gesù morente sulla croce. I due volti così vicini, occhi che dicono sofferenza e amore di madre per il figlio. Abbiamo scelto questo dipinto di Lucia Merli, pittrice piacentina, come copertina – meditazione di questo numero che apre alla Settimana Santa.
Il tema centrale di questo quadro è lo sguardo, l’incontro di due sguardi, quello di Maria e Cristo: la Madre guarda il Figlio, il Figlio guarda sua Madre. Questi occhi però, oggi, sono quelli della sofferenza, del dolore. Occhi gonfi di lacrime e schiacciati dall’angoscia di Cristo per il sacrificio che si sta per compiere. Lui è il vero agnello che si immola per togliere il peccato, lavare le colpe, pagare il riscatto dalla nostra schiavitù.
La scena è collocata al Venerdì Santo, sul Golgota. Gesù è crocifisso. La croce non è rappresentata nell’immagine, supera l’estensione del quadro, oltre la cornice, e si protende nelle quattro direzioni, perché dal compimento di questo sguardo nascerà la Chiesa.
Val la pena qui di citare un bel testo di Ferdinando Rancan (La Madonna racconta, Fede e cultura): “Ma lì, sotto la croce, il Signore ha voluto che io facessi l’esperienza di quanto costa ad una donna il dono della maternità. Non era infatti, la mia, una maternità soltanto fisica, come quella di ogni donna che partorisce, ma una maternità intimamente legata alla croce. Io guardavo a lui, a quel Figlio mio crocifisso ed ero interiormente combattuta tra il desiderio di liberarlo da quelle torture per risparmiargli tutto quel patire, e la voce della mia coscienza che mi ricordava la mia missione, quella di patire con lui per la salvezza del mondo”.
L’immagine raffigura così Maria Corredentrice dell’umanità (che è anche il titolo del quadro).
I fiori di campo che spuntano ai piedi del quadro sono semplici ma belli, come Maria, umile e fatta di terra ma regina e madre vera di noi impegnati, fra molte infedeltà, a seguire Gesù sulla via della croce, dell’Amore.
Vivere la Settimana Santa, infatti, seguendo Gesù non solo con la commozione del cuore, vuol dire imparare ad uscire da noi stessi, mettere al primo posto l’Amore, per andare incontro agli altri, muoverci noi per primi verso i nostri fratelli e le nostre sorelle, soprattutto quelli più lontani, i dimenticati, chi ha più bisogno di comprensione, consolazione, aiuto.
Nella Settimana Santa noi viviamo il vertice di questo cammino. Gesù, infatti, entrando a Gerusalemme riassume tutta la sua esistenza: si dona totalmente, non tiene nulla per sé, neppure la vita. Nell’Ultima Cena condivide tutto di sé. Gesù non nasconde il suo profondo turbamento umano di fronte alla morte violenta, ma si affida con fiducia al Padre, per dimostrare il suo amore per noi.
Questa è anche la strada che ci indica.