Quante cose sanno i ragazzi rispetto alle malattie sessualmente trasmissibili? Qual è il livello di conoscenza dei pericoli che corrono? Sono “pronti” o meglio sono consapevoli del “peso” delle loro azioni?
Spesso si sente parlare della facilità con la quale i ragazzi fanno questo importante passo ma pur non entrando nel merito delle scelte etiche non possiamo non parlare dei pericoli medici nei quali incorrono.
Proprio per far luce su questi pericoli, i giovani componenti del Leo Club di Riccione hanno pensato di realizzare uno studio nelle classi quarte e quinte di alcuni istituti superiori del territorio per capire in che “stato” si trova il livello di consapevolezza dei giovani del Riminese: conoscono i pericoli del sesso? Quante e quali sono le malattie sessualmente trasmissibili? Quali sono i sintomi? Come si curano?
Sotto esame i ragazzi del Liceo Volta di Riccione, l’Isiss Gobetti di Morciano e l’Iti di Rimini, ai quali in un primo momento sono state fatte delle lezioni di educazione sessuale. “E l’ora del sesso”, due, tre ore in compagnia di: uno specialista in dermatologia, uno psicoterapeuta (specifico per gli stati d’ansia dentro la coppia), uno psicologo, dei parroci che hanno discusso dell’etica del rapporto. Il progetto è partito 5 anni fa e da allora i ragazzi del Leo Club, sono andati in giro a fare lezione ma soprattutto a sottoporre un questionario anonimo per sapere qualcosa in più. Matteo De Angelis, tra gli ideatori del progetto spiega che: “I ragazzi del Leo Club in maniera volontaria hanno dedicato durante questi 5 anni numerosi sabato mattina per realizzare gli incontri con i ragazzi. Il progetto è in forma interattiva. I ragazzi infatti non sono semplici ascoltatori, ma sono interpellati a lasciare la loro esperienza attraverso un questionario anonimo, le cui risposte vengono elaborate immediatamente e al termine della conferenza si ripropongono le percentuali confrontate con la media italiana al fine di ripassare quanto detto e lasciando ai ragazzi spazio per dibattito. Per agevolare la partecipazione le domande sono raccolte in bigliettini anonimi e chiuse in urne. I dati vengono, poi sottoposti ai rispettivi relatori”.
Il questionario
Prima cosa da dire dei numeri venuti fuori dal questionario somministrato in queste scuole è che sono parziali e non rappresentativi dei fenomeni, anche se sono un buon punto sul quale cominciare a ragionare. Tra i 1300 e i 1400 i ragazzi intervistati. Altra lacuna è la mancanza dei dati relativi alle femmine dell’Itis di Rimini nel 2011, perché in quell’anno le donne presenti nelle classi erano solamente in 3, quindi per preservare l’anonimato si è deciso di unificare il punteggio.
Domanda e risposta
I dati nel dettaglio sono nelle tabelle che abbiamo riportato sotto, anche se ci sono alcune valutazioni generali da fare. Sull’età del primo rapporto sessuale completo i maschi si concentrano in maggior numero nell’età compresa tra i 15 e i 18 anni, mentre quelli che non hanno ancora avuto rapporti supera di molto il numero di chi dichiara di averlo avuto prima dei 14 anni. Anche per le femmine il dato è confermato. Anche se cresce (in alcuni casi raddoppia) il numero delle ragazze che hanno avuto il primo rapporto completo prima dei 14 anni.
L’utilizzo del preservativo è altalenante, anche se le risposte positive (nei maschi) superano quelle negative (tranne nell’Itis di Rimini nel 2012). La stessa domanda rivolta alle femmine fa emergere, invece, la propensione per il non utilizzo.
Alla domanda “Sei mai entrato in contatto con una malattia sessualmente trasmissibile, anche se di lieve entità” prevale nettamente il “no” nei maschi, così come nelle femmine anche se il valore più alto si registra al Volta di Riccione con il 13% di “si” nel 2010.
Prevale la risposta negativa anche alla domanda “Ti sei mai sottoposto ad un controllo”, anche se non è un risultato netto, ma sfumato. Basta guardare il 30% dei “si” dei giovani del Gobetti nel 2011. Anche nelle femmine prevale il “no”. Contrariamente a quanto si potesse pensare si sono sottoposti a controllo più uomini che donne. L’ultima domanda è interessante perché mette in rilievo chi – secondo i giovani – dovrebbe interessarsi a prendere precauzioni. I maschi, per la maggior parte, pensano che sia compito loro occuparsene. Idem per le ragazze (tranne qualche eccezione, vedi le risposte delle ragazze del Gobetti nel 2011) che si sentono escluse dall’impegno di pensare alle precauzioni.
Il lavoro non si ferma. “Quest’anno la nostra attività si amplierà anche alle scuole medie, infatti dai nostri questionari abbiamo notato come negli anni, la percentuale dei ragazzi che ha avuto il primo rapporto sessuale già alle medie si sia alzata notevolmente (tra medie e primi anni di superiore). Dagli insegnanti ci è stato richiesto di intervenire ancora prima per effettuare una vera e fattiva prevenzione”, spiega Matteo De Angelis.
Lo studio riccionese ha recentemente ricevuto un riconoscimento importante. Gli utlimi dati raccolti, infatti, sono stati inviati anche all’Associazione pediatrica italiana Paidos. Il dottor Stefano Catrani, primario di dermatologia dell’Infermi di Rimini (relatore dello studio) ha ritirato un premio a Palazzo Madama come il più importante progetto dell’anno, realizzato con i giovani.
Angela De Rubeis