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Sesso, quale educazione?

Sono trecentotrenta i chilometri che separano Milano da Rimini, un viaggio che oltrepassa quasi interamente due regioni che però non sono poi così distanti. Due dialetti, da una parte la cotoletta e dall’altra i cappelletti. Oggi tutte queste differenze si sentono sempre meno. La distanza è diventata solo geografica e quei trecento chilometri non sono altro che tre orette di automobile. Anche i fenomeni giovanili si sono amalgamati. Milano ne è la fucina e Rimini, come del resto la maggior parte delle città italiane, prende nota. Tra questi c’è il sesso: e se dal capoluogo lombardo fanno sapere che “ fra i giovani abbiamo un aumento delle infezioni sessualmente trasmissibili”, allora inizia a suonare un campanello di allarme anche qui in Riviera.

A parlare per primo è stato Andrea Gori, presidente dell’associazione Anlaids Lombardia (Associazione nazionale per la lotta all’Aids) che non va per il sottile. “ Sto parlando di sifilide, gonorrea, clamidia, micoplasma. C’è anche il mantenimento di una quota importante di nuove infezioni da Hiv”.

Diseducazione sessuale

Il trend maggiormente in voga, che va perfettamente a braccetto con l’aumento delle infezioni, è quello del sesso mordi e fuggi tra i giovani che non si tutelano adeguatamente. “ Coscienza zero. È quasi imbarazzante l’uso del contraccettivo in questo mondo di incontri fugaci”, ricorda l’esperto di Anlaids Lombardia. E l’educazione? La soluzione di questo problema è da ricercare forse alla radice: nelle scuole. I giovani non sanno e scoprono il sesso in modo del tutto autonomo, con la scuola che non sempre fornisce gli strumenti necessari. Dove vanno allora a colmare queste lacune (e la loro curiosità) i ragazzi? Nella pornografia. Guardano video e pensano che il vero sesso sia quello, anche se invece online non si vede altro che spettacolo che non educa in nessun modo e neanche cerca di farlo. “ I ragazzi sono impreparati. Con loro dobbiamo parlare di sesso. – continua Andrea Gori – È necessario il dialogo e il confronto, ormai le scuole hanno demandato il discorso sessualità a non si sa bene chi”.

Cosa succede a Rimini?

Una situazione che non si discosta troppo da quello che accade anche nel Riminese. Per saperne di più ho voluto fare due chiacchiere sul tema della sessualità e dell’educazione con Marco, riccionese di 24 anni.

Cosa pensi leggendo la notizia dell’aumento dei casi di infezioni nel milanese tra i più giovani?

“Non mi stupisco affatto e non mi sento escluso da quello che l’esperto ha riferito. Ho finito la scuola pochi anni fa e capisco bene cosa si intenda con sesso mordi e fuggi, con poca consapevolezza di quello che si sta facendo”.

A parer tuo dove nasce il problema?

“Non c’è una sola causa a generare questo problema. Credo che siano una serie di cose: la mancanza totale di educazione sessuale tra i banchi di scuola e il tabù sull’argomento sesso che spesso si respira nella società”.

Che cosa intendi con il termine tabù?

“In molte realtà in cui un giovane cresce è difficile parlare di sesso e fare domande sull’argomento. Sembra che ci sia una stigmatizzazione per un atto della vita di tutti che è assolutamente naturale (se gestito in modo sano). I ragazzi non chiedono e quindi cercano di trovare le risposte altrove”.

Dove?

“In automatico su internet: nei forum, nelle chat dei social e soprattutto sui siti pornografici. Ne nasce un’educazione fai da te estremamente fuorviante”.

Anche la tua esperienza è stata tale?

“Certo, però la mia generazione era differente. Si è educata anch’essa in maniera sbagliata, ma non ha conosciuto il sesso in maniera così precoce come accade oggi. Noto che i ragazzi di oggi sono molto precoci, questo non è necessariamente sbagliato, però la scuola e gli educatori devono prendere le giuste decisioni per gestire la situazione”.

Che genere di decisioni?

“Inserire educazione sessuale nelle scuole e parlare molto di più dell’argomento. Non in maniera scabrosa, ma per sensibilizzare e insegnare”.

Rimini non è così lontana da quello che succede a Milano, dunque?

“Certo che no. ‘Tutto il mondo è paese’ e nel 2024 ancora di più. I giovani sono cambiati, il sesso è cambiato e per questo è necessario diffondere maggiore consapevolezza ed educazione. Sono sicuro che l’aumento delle infezioni sia dovuto ad una strabordante ignoranza che serpeggia tra ragazzi e ragazze”.

Federico Tommasini