Sono sempre più, anche nel nostro territorio, le famiglie residenti che si rivolgono alla Caritas, e in particolare all’Associazione Famiglie Insieme, per avere prestiti perché si trovano in stato di indigenza o di difficoltà economica. Sarà questo uno dei temi che verranno approfonditi la mattina del 6 aprile, nella sala conferenze di Caritas diocesana (via Madonna della Scala 7), in occasione della presentazione del 9° Rapporto sulle Povertà a Rimini, curato dall’Osservatorio delle Povertà e delle Risorse.
L’attività, che si svolge nei locali della Caritas Diocesana di Rimini, è sostenuta finanziariamente da contributi di enti ecclesiastici, istituzioni pubbliche e private (Diocesi di Rimini, Banca Carim, Fondazione Carim, Provincia e Comune di Rimini, Istituto S. Giuseppe, Figli del Mondo, Pia Società Cimitero) oltre a privati cittadini.
Come spiega il responsabile di Famiglie Insieme, Renzo Cipriani, l’associazione, a disposizione di tutti i residenti o domiciliati nel territorio della diocesi, ha stabilito una convenzione con Eticredito – Banca Etica Adriatica S.p.a., che provvede, con finanziamenti a tasso agevolato garantiti dall’associazione, ad erogare prestiti a rientri rateali il cui importo è concordato tra i richiedenti e Famiglie Insieme.
Cipriani, chi si rivolge a voi?
“Chi ha bisogno di accedere al credito bancario per cifre di entità contenuta, ma non è in grado di fornire le sufficienti garanzie che richiedono gli Istituti di Credito. Una ricerca condotta su 30 famiglie che si sono rivolte a noi (svolta da Elena Bellettati, tirocinante dell’Università degli studi di Bologna, Facoltà Scienze Politiche) ha mostrato che il 27% si era preventivamente rivolto alla banca con esito negativo, mentre il 40% è venuto direttamente alla Caritas”.
Una volta erogato il prestito, cosa succede?
“Ci poniamo come garanti del richiedente nei confronti della banca. Successivamente teniamo il controllo sul rispetto degli impegni finanziari assunti per la restituzione del debito garantito che, purtroppo, non sempre avviene, con conseguenti turbative al funzionamento stesso del servizio”.
Come è andata nel 2012?
“Il numero delle erogazioni è stato minore rispetto al 2011: i prestiti concessi alle famiglie sono passati da 412 a 320. Anche la cifra erogata è minore rispetto a quella dell’anno precedente: da 530 mila euro a 320 mila”.
Per quale motivo?
“Quest’anno i fondi a disposizione sono stati minori e siamo stati costretti ad abbassare il tetto massimo del prestito per ciascuna famiglia da 2.000 a 1.000 euro. Lo stato di insolvenze nel 2012 si è attestato intorno al 69% contro un 55% nel 2011, per quanto riguarda le erogazioni dirette da parte dell’associazione, e al 33% contro un 21% nel 2011 relativamente alle erogazioni indirette da parte di Eticredito. Contemporaneamente, il governo Monti, ai fini della trasparenza e della rintracciabilità dei conti bancari per scopi finanziari, ha fatto sì che alcuni prestiti fossero difficili da effettuare”.
Ad esempio?
“Una famiglia è venuta a chiedere un prestito per un carrozziere, ma questo si è rifiutato di fatturare l’intero importo del lavoro, per cui non ha potuto richiedere la cifra del prestito di cui effettivamente aveva bisogno”.
Sono in prevalenza gli stranieri che chiedono aiuto o anche gli italiani?
“Sono aumentate le famiglie italiane che si sono presentate per la prima volta a chiedere un finanziamento: dal 48% del 2011, nel 2012 passiamo al 62%. Ciò indica come queste si trovino sempre più in difficoltà anche solo per mangiare. È stato notato un aumento di italiani anche alla mensa della Caritas Diocesana. Lo conferma anche la ricerca su 30 famiglie, di cui si è detto in precedenza: il 67% di queste era lì per la prima volta”.
E gli stranieri?
“Il numero di famiglie non italiane che si sono rivolte al servizio per la prima volta è diminuito, dal 52% del 2011 passiamo al 38% di quest’anno. È facile immaginare che molti stranieri che erano presenti sul territorio di Rimini, trovandosi in difficoltà, siano tornati in patria.Nell’ultimo anno gli stranieri che si sono presentati all’associazione sono stati 125, pari al 39% sul totale delle famiglie. Perù, Romania e Ucraina sono le nazioni più rappresentate”.
Per quali spese si chiedono prestiti?
“L’affitto e le utenze. Seguono quelle per il mantenimento degli automezzi (assicurazioni, revisioni, tagliandi, ecc.). Agli stranieri si aggiungono anche le spese per i ricongiungimenti familiari. Il problema dell’affitto è confermato anche dalla ricerca condotta sulle 30 famiglie: il 36,7% chiedeva il prestito per pagare degli affitti arretrati. In più l’affitto ha la priorità su tutte le altre spese per quasi tutte le 30 famiglie. La situazione economica diventa particolarmente a rischio quando la famiglia si separa e le spese raddoppiano in quanto ciascuno dei due coniugi deve far fronte singolarmente alle spese per l’alloggio, il vitto, il mantenimento del coniuge e dei figli”.
Cesare Giorgetti