L’EVENTO. Arriva Vasco Rossi. Rimini e la Riviera si mobilitano per l’apertura dell’estate
Il grande fan di Villa Verucchio ‘Bicco’ Bartolucci: “Canzoni per tutti gli stati d’animo”. 70 concerti all’attivo e sempre in prima fila
È l’evento che dà ufficialmente inizio alla stagione estiva di Rimini. Uno spettacolo capace di accendere i riflettori nazionali sulla Riviera riminese come pochi altri. Sì, perché un concerto di Vasco Rossi già di per sé è una esperienza, il fatto che il Komandante abbia scelto Rimini e lo stadio “Romeo Neri” per la data zero del suo tour 2023, rende la data del 2 giugno ancora più speciale (e il giorno precedente toccherà al soundcheck, regalo annuale del rocker agli iscritti al Blasco fanclub).
Nell’erba del “Romeo Neri” sarà assiepato “Bicco” Bartolucci (nella foto con Vasco): “ Non sarei mancato per tutto l’oro del mondo”, assicura il 47enne di Villa Verucchio.
Fan accanito, non colleziona solo dischi in vinile, cd, merchandising di ogni tipo: Bicco ogni anno calcola le sue ferie dal lavoro per seguire il Blasco in almeno 5 date del suo tour, e “ due puntate a Zocca, il suo paese natale”.
Emanuele Bartolucci, com’è nata la sua passione per il Komandante?
“Agosto 1993. Avevo 16 anni, gli amici acquistano il biglietto per il concerto di Vasco Rossi. Ero praticamente a digiuno del rocker, e pure gli amici. Il concerto iniziava alle 21 ma al mattino alle 8 una marea di persone era già fuori dallo stadio in attesa.
Era il tour de Gli spari sopra, era il primo concerto, è scattato l’amore”.
Cosa rappresenta la data riminese per un fan?
“A Rimini e in provincia Vasco conta tanti, tantissimi fan. Non è un caso se da anni frequenta la città, anche prima e dopo i concerti. Si tratta di un evento.
L’attesa è altissima. Il Bar Flaminia di Gennaro, il locale più vicino all’ingresso dello stadio, è già diventato un ritrovo dei fan.
D’altra parte Vasco è classe 1949, quanto potrà durare a questi ritmi? Ha sempre dichiarato che avrebbe continuato a fare concerti fin quando avesse avuto la carica giusta, e ancora ne ha da vendere. Dopo l’infezione intestinale del 2011, è tornato più carico che mai, percorrendo km su palchi sempre più grandi. Ma lui non sta fermo, corre a destra e a sinistra, e ‘scalda’ continuamente la folla”.
Bicco, ma quanti concerti di Vasco ha già visto?
“Sinceramente non mai tenuto il conto dei concerti a cui ho assistito, ma dall’Heineken Jammin’ Festival a Imola nel 1998 in avanti sicuramente sono oltre 70. Quest’anno assisterò a cinque spettacoli, anno scorso furono sei, tre anni fa delle sei date consecutive realizzate a Milano partecipai a cinque più il soundcheck”.
Entrassimo a casa sua, a Verucchio, quanti segni del Blasco potremmo trovare?
“Sciarpe, maglie, migliaia di foto di concerti, dove quasi sempre sono ritratto in prima fila. Arrivo sempre alla mattina, in qualche caso anche la sera prima, come nel caso del ‘Modena Park’, il 1 luglio 2017, il concerto col record mondiale per presenze pagamenti, il concerto più bello a cui ho assistito. Però è bene precisare una cosa…”.
Dica Bartolucci?
“Il concerto non comincia la sera alle 21, ma bisogna
considerare la preparazione, il giorno prima. Chi è in difficoltà trova aiuto nel vicino, con bevande, cibo, asciugamano, berretto.
Non conosci nessuno ma ci conosciamo tutti”.
Un ricordo indelebile?
“Giugno 2020, Vasco a Rimini mi ha firmato il braccio e mi son tatuato la sua firma.
Poi il ‘Modena park’, concerto epocale, ma senza dimenticare quello al Circo Massimo a Roma. E ancora ‘Rock sotto l’assedio’, i primi anni ‘90 all’epoca della guerra a Sarajevo a San Siro, 90mila persone ammucchiate l’una sull’altra”.
Ha un rimpianto da fan?
“Non aver preso parte al concerto di ringraziamento per i fan organizzato nel 2004 a Catan-È zaro, tutto gratuito: 400.000 persone”.
Cosa la attrae delle canzoni del rocker di Zocca?
“Vasco ha scritto canzoni per ogni stato d’animo. C’è il rock di ‘C’è chi dice no’ e de ‘Gli spari sopra’ quando devo ricaricarmi. Oppure una canzone come ‘Dillo alla luna’, e quelle più semplici come ‘Toffee’: appena cinque parole, ma cantata ad alta voce ti rilassa.
Poi ci sono le poesie alla Vasco Rossi. ‘Un senso’ è quella che ti dà la carica per ripartire e ragionare. ‘Sally’ è una vera e propria icona, un inno d’amore e contro la violenza sulle donne”.
Lei è stato anche a Zocca.
“A casa di Vasco vado in media due volte l’anno. Quando termina il suo giro in bici alle 11.30 è sempre disponibile.
In uno degli ultimi incontri, mi ha autografato una vecchissima compilation che avevo portato con me, con una pacca sulla spalla e una sentenza: «Bravo, questo è un capolavoro»”.
Fa parte di un gruppo di fan di Villa Verucchio.
“Siamo sette persone, tra cui mia sorella Giada. La preparazione inizia due settimane prima del concerto, occorre decidere la maglia da indossare, spesso le realizziamo noi, con una foto di Vasco stampata, le date del tour, e i nomi delle persone partecipano”.
Bartolucci, con quale spirito sua moglie vive il suo amore per Vasco?
“Claudia, mia moglie, mi sopporta, da non confondere con supporta. Le ho regalato una coperta con la nostra foto e il testo di ‘Una canzone per te’, un inno d’amore”.
Cosa consiglierebbe a chi non conosce Vasco?
“Di partecipare almeno ad un concerto, sono convinto che non smetterà più.
Quando te ne innamori non vorresti più lasciarlo”.