Ora si apre la fase delle osservazioni e delle controdeduzioni e, se tutto andrà per il verso giusto, l’approvazione arriverà prima della prossima estate. Una variante che ha come obiettivo quello della riqualificazione alberghiera senza però intaccare la rete ricettiva. In altre parole, con questo strumento si cancella, almeno nella fascia a mare della ferrovia, la norma del Piano Regolatore che consentiva di convertire in residenziale il 25% della superficie utile. Un albergo, però, può essere raso al suolo e può essere ricostruito più alto di prima. Infatti con la variante l’altezza possibile passa da 20 metri e mezzo a 25. Ma non è finita qui, perché i proprietari possono aumentare gli standard, la grandezza delle camere e possono immettere servizi come sale congressi, centri benessere che prima non c’erano. C’è poi una grande novità: se un operatore acquista due alberghi e ne realizza uno, liberando così di fatto spazi per parcheggi o nuovi servizi, può usufruire di un bonus non indifferente, ossia può sfruttare una superficie utile in più, superficie che è del 10%. Mica noccioline. Insomma, cambiano le cose e l’Associazione albergatori può tirare un sospiro di sollievo. Già, perché negli ultimi anni, molti “furbetti” hanno trasformato i loro hotel in residence, dequalificando, di fatto, l’offerta turistica. Basti pensare che l’Aia ha perso più di duecento associati in appena dieci anni. E se a un associato, corrispondeva un albergo, i conti sono presto fatti.
Francesco Barone