Marta era un specie di azdora romagnola. Gestiva la casa come il suo regno, con autorità e precisione. Quel giorno c’era un ospite particolare, anzi a dire il vero erano ben tredici, perché Gesù era andato a trovare lei, Maria e il fratello Lazzaro insieme ai suoi discepoli. Tutta gente ancora giovane e con la fama di non farsi pregare quando suonava il mezzogiorno. Anche il Maestro non disdegnava la tavola, anzi spesso ne faceva il luogo privilegiato dei suoi incontri, e chi gli voleva male lo chiacchierava anche per questo. Marta era tutta affaccendata, con l’ansia di così tanti e autorevoli ospiti. Già si sentiva un profumino venire dalla cucina. Ma l’ansia si trasforma all’improvviso in stizza quando vede sua sorella Maria, che se ne stava là, seduta davanti a Gesù, con lo sguardo fisso a lui e tutta rivolta alle sue parole. “Maestro, non ti curi che mi abbia lasciata sola a servirvi?” aveva detto con la voce da padrona di casa, “dille che mi aiuti”. Gesù l’aveva guardata, aveva sorriso e poiché conosceva bene la sua generosità, l’aveva dolcemente rimproverata: “Marta, Marta, tu t’inquieti e ti affanni per molte cose; ma una sola è necessaria. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta”.
Il Vangelo non ci dice se quel giorno Gesù e i suoi discepoli abbiano fatto un digiuno imprevisto, ma certamente per un riminese è difficile trovare un’icona più efficace di quella di Marta e Maria per raffigurare i contenuti che il Vescovo propone all’Assemblea diocesana in programma domenica 12 ottobre al “105 Stadium”. Il nostro è un tempo in continuo movimento, che giunge spesso fino all’agitazione. Il rischio è di fare per fare, l’opera fine a se stessa. All’inizio dell’anno pastorale, in cui la Chiesa riminese attende dal suo Vescovo un programma, degli orientamenti, lui dice di fermarsi (e lo dice ad una comunità iperattiva) e di mettersi come Maria in silenzio, in ascolto di Gesù, seduti per terra, con gli occhi fissi su di Lui. Da quest’incontro – testimonia la vita dei santi – nasce l’azione che cambia il mondo. Anche il sedersi in silenzio, per chi corre tutto il giorno, è una gran bella linea pastorale.
Giovanni Tonelli