A volte, se non spesso, a essere educati ci si rimette. C’è un’espressione di uso comune, “logica vorrebbe”, che nel suo elegante condizionale ormai si dimostra sempre più inadeguata ai tempi moderni. Logica vorrebbe, per fare un esempio, che se il tuo partito fa un’elezione interna per eleggere il suo segretario e i votanti sono la metà di qualche anno fa, se di gente comunque ne viene poi parli di risultato oltre le aspettative piuttosto che di strepitoso successo.
Logica vorrebbe che se negli ultimi anni hai dato della gente di malaffare a tutta la classe politica che non fosse la tua, quando capita che un rappresentante del tuo movimento finisce in una controversa vicenda non dai a prescindere del forcaiolo e gognaiolo mediatico a chi cerca di ricostruire l’intricata vicenda. Logica vorrebbe che prima di pubblicare una notizia, chessò sui migranti, della cui autenticità non sei sicuro magari prima ti informi sulle fonti invece di accusare chi ti fa notare che è una fake news di farlo solo perché “tanto sei amico di quelli là”.
Proviamo a cambiare espressione. La logica non vorrebbe: la logica esige, pretende, ordina. E la logica non è amica né di quelli là ne di questi qua, per chiarirci. Anzi, a volte sa essere davvero carogna.