Brutti e cattivi, ma solo per scherzo. Quando c’è da coniugare i libri e la vita, questi ragazzi si fanno serissimi. Ma senza perdere in simpatia e allegrezza. “Siamo tutti abbastanza poveri per dover ricevere… siamo tutti abbastanza ricchi per poter donare” assicura Chiara sventolando questa bella citazione. “L’incontro con gli «amici», una comunità di disabili, e la messa celebrata con loro è un’emozione difficile da restituire. Gli amici sorridevano. Questo è troppo. Troppo bello” rilancia Tommy, che estrae volentieri dal cassetto dei ricordi il campo organizzato presso le suore Missionarie della Carità a Roma. “E io la settimana precedente avevo fatto una tragedia coi miei genitori perché mi han fatto tornare a casa da una festa alle 2 piuttosto che alle 2.30”.
Chiara e Tommy sono solo due dei tanti ragazzi che si riconoscono nella sigla “Brutti e Cattivi”. È il volontariato che fa… scuola, studenti delle superiori che si buttano in esperienze vicine e lontane per allargare mondo e cuore.
E pensare che agli esordi gli studenti che si riunivano in maniera informale attorno agli insegnanti di religione don Giuseppe Vaccarini (prima) e Francesco Cavalli (poi), erano i classici quattro gatti. Il seme gettato nel 1997 fiorisce al liceo scientifico “Einstein”. Il gruppetto si “formalizza” ed entra a pieno titolo tra le attività scolastiche già nel 1999, grazie a un campo estivo con la Comunità di S. Egidio. A catalizzare l’attenzione e il desiderio di tanti ci pensa don Giampaolo Rocchi, insegnante di religione. Il gruppo si mette in marcia: a Loreto, per il Treno della Grazia, e a Roma, abbracciando un campo di condivisione. È qui che nasce il nome: “Brutti e cattivi era l’appellativo che usavamo scherzosamente per recuperarci una volta scesi dagli affollattissimi autobus della capitale” ricorda don Giampaolo.
Le esperienze “Brutte e Cattive” sono così coinvolgenti che travalicano l’istituto: il gruppo di volontariato prende piede anche al liceo classico “G. Cesare” e al Liceo Pedagogico “Valgimigli” (dove ha preso il nome di “Amici di Irene”, “pace” in greco). Ed ora al liceo scientifico “Serpieri” e tra i ragionieri del “Valturio”.
Lo “schema” del volontariato scolastico è semplice: c’è l’incontro settimanale (in cui si fa la conoscenza di varie realtà, dalla chirurgia pediatrica alle Tende di Natale, dalla comunità di Montetauro al centro educativo Caritas), le attività di sensibilizzazione (Trenino della Grazia, campo di Natale e Operazione Cuore) e i progetti annuali. Si tratta di viaggi di cooperazione internazionale che danno la scossa al resto dell’attività. “Si è partiti con l’Albania per proseguire con i progetti Raimbow della comunità papa Giovanni XXIII, poi Tanzania ed Etiopia. Il prossimo orizzonte è lo Zimbabwe”. “Da studente a studente, da scuola a scuola” era il titolo del progetto.
In Tanzania Alice, Chiara, Elena, Viola, Michele, Daniela, Edoardo, Daniel, Gioia, Ambra e Francesco sono volati per due settimane nell’estate 2006 per portare a coetanei e ai bambini più piccoli un po’ di quella esperienza (oltre a un dispensario e un pozzo d’acqua potabile nel piccolo villaggio) già vissuta a scuola, in parrocchia, dentro Azione Cattolica. “E col progetto Etiopia 2009 – spiega don Alessandro Zavattini, assistente FUCI – abbiamo assicurato 2.500 libri e un kit scolastico per 150 studenti”.
Il MSAC (Movimento Studenti di Azione Cattolica) è riuscito nell’impresa di aggregare tante realtà riminesi per lo stesso obiettivo; e tanti volontari che hanno dato il loro apporto attraverso mercatini, cene di beneficenza e altre solidali manifestazioni. Come i calendari, che tradizionalmente sostengono il progetto “Da studente a studente”.
L’esperienza continua a gemmare. Chiedere ai 40 ragazzi di AKAP, ad esempio, l’Associazione Karibuni (“benvenuto” in lingua swaili), legata anche alla Protezione Civile. Michele Canducci ed Elisa Drudi (più conosciuta come Lella) sono i responsabili della nuova filiazione.
Da un campo di Natale all’esperienza internazionale, i “Brutti e Cattivi” ricevono richieste a destra e manca. “Si è registrata un’esplosione: – ammette soddisfatto don Giampa – dai 30 ragazzi che settimanalmente si ritrovavano a scuola, siamo passati all’Einstein a circa 80 studenti. Il mio cellulare squilla in continuazione”. Una bella, positiva fibrillazione.
Paolo Guiducci