Anche se ancora mancano alcune settimane alla grande raccolta del 18 e 19 aprile, il Campo Lavoro è già all’opera con la proposta educativa rivolta ogni anno al mondo della scuola per orientare le giovani generazioni verso esistenze più sobrie, più attente al risparmio delle risorse della natura, più partecipi alla vita degli altri. Quest’anno il progetto ha per titolo “Una sola famiglia umana, cibo per tutti: è compito nostro” e riprende l’omonima campagna promossa dalla Caritas nazionale nell’anno dell’Expo milanese proprio dedicata alle grandi contraddizioni del nostro mondo: da una parte chi soffre la fame, dall’altra chi spreca cibo o deve curarsi per eccesso alimentare. Svolto in stretta collaborazione con gli operatori della Caritas diocesana, il progetto educativo sta coinvolgendo oltre 7 mila alunni delle scuole materne, elementari e medie della provincia attraverso interventi in aula e l’utilizzo di materiali didattici articolati per fasce d’età. A conclusione del percorso, nei giorni di svolgimento del Campo, presso il Centro raccolta di Rimini, le classi che hanno aderito al progetto parteciperanno al gioco “La merenda dei popoli” che consentirà loro di sperimentare, anche amaramente, la diversità di accesso al cibo nei vari paesi del mondo. Perché un conto è mangiare pane e nutella, altro è accontentarsi di una ciotola di riso quando va bene…
Abbiamo assistito alla presentazione del progetto in una scuola media. Tra elementari (classi 4a e 5a) e medie, di incontri del genere se ne sono già svolti una cinquantina. Entro la data del Campo saranno più di 70.
Scuola media Alighieri. Ore 10, lezione di mondialità
Cotolette, patatine, acqua frizzante… No: meglio hamburger, hot dog, pizza… Ma vuoi mettere? Pappardelle al cinghiale, bistecca, gelato… Non siamo al ristorante ma alla scuola media Dante Alighieri di Rimini, classe 2F, con i ragazzini impegnati a scegliere tre cibi da portare con sé su un altro pianeta, caso mai fossero costretti ad abbandonare la terra…
Stiamo assistendo a un gioco, a una provocazione condotta in classe da Alice Foiera, operatrice Caritas, con la collaborazione della professoressa Zaghini, insegnante di religione. Alice, da un paio di mesi, sta girando di scuola in scuola per presentare il progetto educativo “Cibo per tutti” con l’intento di richiamare l’attenzione dei bambini sulle ingiustizie di un mondo dove c’è chi spreca e chi non ha il necessario per vivere.
I dati, d’altra parte, ci dicono che sulla terra ci sono 870 milioni di persone che non hanno cibo a sufficienza, ovvero 1 su 8: sarebbe come, se in una classe di 24 alunni, almeno 3 soffrissero la fame… E non parliamo solo del sud del mondo: in Italia il 7% della popolazione vive in condizioni di povertà assoluta e nella nostra stessa città almeno 150 persone ogni giorno si mettono in fila alla Caritas per un piatto caldo.
Ma attenzione bambini: dietro lo spettro della fame, non ci sono solo miseria, guerre, disastri naturali ma anche il vergognoso spreco alimentare, con 1/3 del cibo prodotto ogni anno nel mondo che finisce nella spazzatura (qualcosa come 146 chili a testa di cibo buttato solo in Italia). Gli esempi di spreco alimentare sarebbero infiniti (emblematico il caso di un’azienda americana produttrice di pane in cassetta che ogni giorno elimina 13 mila fette solo per ragioni estetiche) ma non c’è bisogno di andare troppo lontano. Alzi la mano chi non ha mai gettato nei rifiuti la pasta avanzata a pranzo quando si potrebbe benissimo mangiare a cena… O chi non scarta la frutta solo perché ha qualche macchiolina, pur essendo perfettamente commestibile.
Cosa può fare ciascuno di noi per costruire un’unica famiglia umana che garantisca a tutti i suoi componenti cibo a sufficienza? In fondo basterebbe applicare la semplice regola delle 5 R: Ridurre(i consumi e gli sprechi), Riutilizzare (senza il bisogno di comprare sempre cose nuove), Ripensare (il proprio modo di comprare, cucinare, mangiare), Riciclare (trasformando i rifiuti in nuovi prodotti), Ridistribuire(secondo giustizia le risorse perché tutti ne dispongano).
Tra filmati, giochi e tabelle, l’incontro in classe va avanti due ore. I bambini sembrano molto coinvolti e alla fine stilano anche una lista di impegni su un cartellone da appendere in classe. Forse ne parleranno a casa. La parola passa ora alle famiglie…
Alberto Coloccioni