CARISSIMI,
anche quest’anno la riapertura delle scuole è per me un’occasione preziosa per rivolgervi una parola cordiale e sincera, perché l’anno scolastico sia ricco di buoni frutti e di belle esperienze.
Ho incontrato molti di voi durante l’estate. Vi ho trovati nelle iniziative delle parrocchie e dei gruppi ecclesiali, impegnati nelle proposte di formazione e di volontariato, colmi della gioia del condividere e dello stare insieme. Vi ho incrociati per strada, persi in mille pensieri e altrettanti abbracci e confidenze da spartire con gli amici. Vi ho visti talvolta soli, dubbiosi, insoddisfatti da un mondo non all’altezza dei vostri sogni più belli.
E ora si ricomincia, all’apparenza sempre uguali ma in realtà cambiati rispetto anche solo a qualche mese fa. Ritorna quello scorrere dei giorni e degli eventi che talvolta rischiamo di tener fuori, a distanza, mentre è proprio lì che possiamo incontrare il senso delle cose, di noi stessi, della bellezza di vivere.
È stato proprio alla vostra età che si diradarono per me le nebbie sul futuro, e che la fede cristiana mi si mostrò indissolubilmente legata alla libertà, all’amore, alla verità di me stesso e di tutto ciò che esiste. Altri tempi, direte voi. Sì, ma non sono poi così diverse le domande, i desideri, le paure, il bisogno di non sentirsi inutili o soli e di venire riconosciuti e apprezzati per quello che si è. Viviamo in un mondo che cambia a ritmo incalzante, ma ciò che costruite ora della vostra personalità, i punti fermi che decidete di fissare nel cammino, vi accompagneranno per sempre.
Di scuola si parla prevalentemente per evidenziarne i problemi, le mancanze, le difficoltà. Si tratta di aspetti reali, a cui non ci dobbiamo abituare. Ma voi potete dare anche un’immagine diversa di quelle ore passate fra compiti e interrogazioni. Nelle aule scolastiche si concentrano i sogni, i timori, le speranze, le fatiche di una generazione che, nonostante tutto, resta troppo spesso invisibile agli occhi di gran parte del mondo adulto. O filtrata dalle lenti deformanti delle generalizzazioni e del pregiudizio.
Da quest’anno la nostra Chiesa vuole dedicare una speciale attenzione e impegno al compito educativo, ma non può farlo pienamente senza di voi, se manca il vostro contributo a rendere le nostre scuole, le parrocchie, la città luoghi favorevoli alla crescita, all’incontro, alla ricerca di ciò che è bene per tutti. C’è una lezione di responsabilità, di giustizia, di rispetto, di fraternità che ciascuno può offrire, al di là dei ruoli e dell’età.
Nella lettera che ho indirizzato alla comunità cristiana riminese ho voluto soffermarmi sulla via cristiana alla felicità: quella che proclama beati i puri di cuore, i misericordiosi, gli assetati di giustizia e di pace. Una scelta, come quelle a cui anche voi siete chiamati, è umana solo se contribuisce alla vera realizzazione della nostra autentica e piena umanità: “Qui sta la felicità. Noi da sempre siamo alla ricerca di una pienezza per la nostra vita, ma possiamo realizzarci solo se percorriamo la via dell’Amore, l’unico bene che può appagare il nostro cuore”.
Su questi temi sono sicuro di incontrare anche la vostra ricerca e la possibilità di camminare insieme. Siate certi che la nostra Chiesa guarda a ognuno di voi con simpatia e fiducia e vi sa capaci di grandi cose.
+ Francesco Lambiasi