Anticipi e posticipi scolastici, cambia tutto. Anzi, è già cambiato. E come ogni cambiamento vuole, sono arrivate polemiche a non finire. In realtà, quello che sarebbe accaduto dal 15 settembre, era già noto da tre mesi, ossia da quando, in giugno, la Giunta comunale riminese aveva approvato una serie di modifiche. Ossia la collocazione mezzora prima e dopo lo svolgimento delle lezioni e non più dieci, quindici minuti; l’impiego di personale qualificato e, soprattutto, il fatto che il servizio non sarebbe più stato gratuito, ma a pagamento con una tariffa mensile di 40 euro ridotta al 50% per i fratelli. Decisione quest’ultima, che ha sollevato ampie proteste.
“Dal 2000 fino al giugno scorso il servizio era gestito dalle singole istituzioni scolastiche tramite il proprio personale Ata che, è bene ricordare, è dipendente del Ministero e non del Comune di Rimini, questo affinché potesse farsi carico dell’accoglienza e vigilanza degli alunni per non più di quindici minuti prima e dopo l’inizio delle lezioni per i genitori che ne avessero fatta esplicita richiesta – spiega l’assessore alla Scuola, Gloria Lisi – i Dirigenti scolastici, però, hanno espresso l’impossibilità, dall’anno scolastico 2015/2016, di svolgere il servizio chiedendo al Comune di farsene carico. L’Amministrazione, in accordo con tutti i Dirigenti, ha deciso dunque non solo di proseguire, ma di potenziare il servizio e, non potendo contare su personale a disposizione nel proprio organico, né potendo procedere con assunzioni ad hoc, ha deciso di affidarlo in via sperimentale alla cooperativa Ancora, già affidataria dell’integrazione scolastica per gli alunni portatori di handicap e quindi come forma di servizio complementare a quello che già sta svolgendo”.
Insomma, gli alunni avranno educatori professionisti già presenti a scuola e quindi già conosciuti.
“Educatori in grado di garantire loro un servizio qualificato che potrà spaziare dall’aiuto nello svolgimento dei compiti, a giochi e attività ludiche. Non più dunque solo una vigilanza in senso stretto per coprire l’attesa prima e dopo le lezioni, ma un vero servizio personalizzato, che si evolverà a seconda delle esigenze delle famiglie e che sarà concordato con le scuole. È un servizio completamente diverso da quello degli anni precedenti, a cui non può essere paragonato”.
Un servizio che per essere attivato deve avere almeno undici bambini iscritti per plesso.
“Il numero – conclude la Lisi – ci deve essere comunicato dalle scuole, il termine per le domande è scaduto da pochi giorni e quindi, al momento, non sappiamo quanti sono i bambini che usufruiranno di questo nuovo servizio”.
Francesco Barone