Scrivere per il piacere di scrivere, ovvero la matrice popolare della scrittura. È questo il senso del concorso di narrativa indetto da Università Aperta di Rimini, intitolato “Premio Stefano Benassi”, che lo scorso anno ha visto oltre un centinaio di partecipanti imbracciare carta e penna (o meglio, mouse e pc) per realizzare il proprio racconto. “Ci ha rallegrato l’alta partecipazione ottenuta fin dalla prima edizione. – è il commento del presidente di Universtità Aperta Guido Zangheri – Il premio è istituito in memoria del professor Stefano Benassi, scomparso prematuramente nel 2008: per circa dieci anni ha insegnato scrittura presso i nostri corsi facendosi apprezzare per competenza e disponibilità”.
Il concorso è aperto a tutti i maggiorenni. Proprio la partecipazione popolare è la chiave vincente dell’iniziativa. Lo conferma lo scrittore riminese Michele Marziani, presidente della giuria. “Ci interessa ribadire la matrice popolare della scrittura – avverte – perché questa era l’idea di Benassi. Il premio è dedicato a gente che scrive per il piacere di scrivere, non necessariamente per intraprendere la carriera di scrittore”. Insomma una sorta di scrittura per tutti, magari proveniente da Paesi dove vivono tanti connazionali come la vicina Repubblica di San Marino o il Canton Ticino svizzero, fino a Stati Uniti e Canada. “La lingua italiana ha bisogno di parole nuove e la scrittura migrante è uno strumento che può apportare benefecio all’evoluzione dell’italiano”.
Ma quali qualità deve contenere un racconto per coltivare speranze di vittoria? Ancora Marziani: “I fattori premianti sono l’originalità, il fatto di volare con l’immaginazione e il saper utilizzare e inventare un linguaggio nuovo, un altro italiano rispetto a quello già sentito”.
Anche l’evoluzione della lingua dovuta alle nuove tecnologie e ai nuovi strumenti informatici può essere letta in maniera positiva? “Si tratta di una sfida con cui dobbiamo fare i conti. È troppo facile dire che i nuovi strumenti impoveriscono la lingua. Unendo la scrittura tradizionale ai nuovi linguaggi mediatici, si può arrivare a qualcosa di nuovo capace, in un certo senso, anche di arricchire la lingua”.
Al premio si può partecipare inviando il racconto a tema libero in lingua italiana entro il 20 aprile 2013 a Università Aperta di Rimini (lunghezza max 5mila battute). 10 euro la quota di partecipazione. La premiazione è in programma nel prossimo settembre, in occasione dell’apertura della anno accademico di Università Aperta (www.uniaperta.it, tel. 0541 28568). Sono previsti 500 euro al primo classificato, 300 al secondo, 200 al terzo, oltre ad un Premio speciale al miglior Autore della provincia di Rimini.
Della Giuria fanno parte, oltre allo scrittore Michele Marziani che la presiede, l’agente letteraria imolese Carla Casazza, lo scrittore lombardo Angelo Ricci, le insegnanti riminesi Giovanna Gazzoni e Angela Grossi.
Lo scorso anno il premio come miglior autore riminese è stato assegnato al racconto “Oltre la cronaca” di Pierina Dominici che si è aggiudicata il buono acquisto libri di 100 euro, da spendere presso la Libreria Riminese.
Il primo premio invece non è stato assegnato, con un giallo: il racconto scelto dalla giuria è poi risultato edito con conseguente annullamento dell’aggiudicazione. Il secondo premio è andato a Milvia Comastri di Bologna per il racconto “La veglia” mentre al terzo posto si è piazzato Giulio Righele di Schio (Vicenza) con il racconto “Documentazione Bacucci”.
La Giuria seleziona dieci racconti ma non sarà sola: i finalisti successivamente saranno letti dai partecipanti a un gruppo di di lettura della Biblioteca “Gambalunga” di Rimini. Ciascun lettore darà un voto ai singoli racconti, che andranno a sommarsi a quelli della Giuria.
Silvia Ambrosini