Viva viva, i consumi son ripresi!!! Che poi l’aumento sia del 3 o del 5% poco importa, è il pensiero che conta (a proposito, come facevano il 20 dicembre i sondaggisti a sapere quanto avremmo speso nella corsa a scavezzacolo del pomeriggio del 24?). La prova della ripresa non l’ho avuta da statistiche, ma da un volume proveniente da una libreria nostrana. La sovrapposizione delle etichette dei vari prezzi di un articolo, a seconda della sua età e commerciabilità, spesso ci permette di ricostruirne la storia. Ora, a un certo punto il libro in questione era stato messo in offerta al 50% del prezzo originario. Niente di strano, se non fosse che poi il prezzo era stato rialzato del 10%. Stesso libro, anche un po’ più vecchio, ma evidentemente per il commerciante passati i tempi bui il consumatore poteva permettersi di pagarlo anche un paio di euro in più: non c’era più bisogno di esagerare con lo sconto pur di darlo via. Piccoli particolari che testimoniano i trend dei consumi forse ancor più di stime rilanciate per diffondere un clima di rinnovato entusiasmo nel portafoglio.
Resta il fatto che il consumatore non ci rimane molto bene a sapere che per un commerciante il prezzo di un articolo non è dato dal suo valore, ma da quanto reputa che il consumatore medesimo possa spendere. Questo riguarda però un’altra statistica, quella del consumo del fegato.
Il Caffè Scorretto di Maurizio Ceccarini