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Sara Paesani, Luna Rossa parla riminese

RIMINESI ALL’ESTERO. Alla vigilia della Coppa America di Barcellona, la storia di chi è arrivato a viverla in prima persona, come membro della prestigiosa squadra italiana. Il racconto

Dal sogno di Luna Rossa alla realtà della Coppa America. È il percorso straordinario compiuto da Sara Paesani (nella foto), riminese doc che dalle prime esperienze nel mare di casa ha raggiunto la più iconica e prestigiosa squadra del mondo della vela, Luna Rossa, e la possibilità di partecipare al trofeo più ambito del settore (nonché il più antico del mondo sportivo), nel 2021 a Auckland (Nuova Zelanda) e tra pochi mesi a Barcellona. Laureata in Economia, con un Master in Management e Information Technology e specializzazione a Cambridge, Sara ha ricoperto diversi incarichi per grandi nomi dello sport e oggi, per Luna Rossa, è manager della comunicazione. Un grande viaggio, culminato all’apice del mondo della vela, ma che comincia dalla sua Rimini e da un richiamo intimo e profondo per il mare.

Che racconta in prima persona.

“Tutto nasce da Rimini e dalla passione per il mare. Passione che si è poi unita a quella per lo sport: ho cominciato ad approcciarmi all’acqua con il nuoto, passando poi per il windsurf e arrivando, intorno ai 16 anni, alla vela attraverso il Club Nautico di Rimini. Un’esperienza a tutto tondo, avendo cominciato anche a seguire i bambini e i ragazzi impegnati con la scuola vela, che mi ha fatto capire chiaramente quanto fosse forte la mia passione. Tanto da spingermi verso nuove esperienze: negli anni dell’università ho conseguito la patente nautica e mi sono avvicinato alle barche d’altura, cominciando a fare viaggi e vacanze in mare, che mi hanno permesso di stringere con esso un legame sempre più profondo, tanto che da passione si stava trasformando in qualcosa di più intimo, un richiamo, una necessità. Un rapporto che raggiungerà il suo culmine qualche anno dopo, attraverso il mio percorso lavorativo”.

Ci racconti.

“Le esperienze lavorative, dopo un inizio legato alla consulenza aziendale, mi hanno portato a voler lasciare quella strada per diventare freelance e guardare al mondo dello sport e della comunicazione: sono approdata alla Gazzetta dello Sport, dove ho potuto approcciarmi a settori nuovi come quello del calcio, del ciclismo e degli sport invernali. Un percorso che mi ha portato a seguire gli eventi invernali e a vivere in Trentino Alto Adige per cinque anni, parentesi che, paradossalmente, è stata decisiva per realizzare quanto fosse radicato in me il richiamo del mare”.

Tanto da spingerla a unire passione e lavoro.

“Nel 2017 il Club Nautico tenne un incontro dopo la fine della Coppa America che aveva visto vincere alle Bermuda Team New Zealand del quale faceva parte il riminese Max Sirena, oggi skipper di Luna Rossa.

In quel periodo collaboravo con Sky Sport per una rubrica dedicata al mare, così decisi di partecipare all’incontro, anche perché fortemente attratta dal mondo della Coppa America, per proporre a Max Sirena di realizzare un documentario dedicato alla rinascita di Luna Rossa dopo il ritiro. In seguito, per caso, mi è capitato di incontrare di nuovo Sirena in Sardegna (dove mi trovavo per lavoro): ho fatto diversi colloqui e dopo pochi giorni ero già a Cagliari per l’inizio del lavoro con il team. Un vero e proprio sogno che diventa realtà, perché si tratta di un traguardo che rappresenta il punto di arrivo di due percorsi paralleli che hanno caratterizzato la mia vita, ossia il legame profondo con il mare dal punto di vista umano e, in ottica professionale, una realtà sportiva e manageriale di massimo livello. È come se tanti pezzi di un puzzle raccolti nel corso degli anni abbiano trovato, con Luna Rossa, la forma di ciò che doveva essere”.

Veniamo, dunque, a oggi. Cosa significa essere parte di Luna Rossa soprattutto in un periodo così caldo, alla vigilia della Coppa America?

“Si tratta di una grande realtà (circa 140 le persone impiegate) molto diversa rispetto a un’azienda o anche a un team sportivo ‘tradizionale’: è un ambiente molto quadrato, in cui vige una grande disciplina e in cui tutti fanno molte cose diverse.

Nel mio caso questo mi ha aiutato tanto, perché le esperienze lavorative passate mi hanno permesso di acquisire competenze trasversali che, in un ambiente così eterogeneo, possono essere ‘spese’ in modi stimolanti, tra comunicazione, marketing, organizzazione di eventi e sponsorizzazioni.

Con l’avvicinamento alla Coppa America il lavoro è ancora più dinamico, perché diventa una quotidiana sfida nella sfida, impegnativa e non sempre semplice, ma comunque bellissima. Anche perché il fascino della Coppa America, il trofeo più antico del mondo sportivo, suscita grande rispetto ma anche responsabilità”.

Di cosa si occupa il suo dipartimento nello specifico?

“Le attività sono tante. Si parte dagli eventi alla base come il varo della barca, che rappresenta una sorta di ‘battesimo’ in vista delle regate, oppure eventi esterni a cui partecipiamo. C’è tutta la parte di pubbliche relazioni e, di grande importanza, quella relativa agli sponsor e alla gestione degli ospiti, oltre a tutte le attività legate

ai contenuti per la stampa e per le televisioni, dai materiali alle interviste. La volontà è comunque quella di anticipare quanto più possibile tutto questo insieme di attività, in modo da potersi avvicinare all’inizio dell’evento con la massima concentrazione per le regate. Si tratta di un impegno stimolante anche alla luce della risposta e della passione del pubblico, che sentiamo crescere nel tempo: questo ci dà soddisfazione, perché fin dalla precedente campagna abbiamo voluto raccontare il mondo di Luna Rossa e della Coppa America nel dettaglio, mostrando tutto il lavoro e l’organizzazione che c’è dietro, anche attraverso la realizzazione di una docu-serie dedicata. Con risultati importanti: più un argomento è accessibile e maggiori sono le possibilità di appassionarsi. Credo sia ciò che sta avvenendo con la vela e la Coppa America”.

Un viaggio straordinario che, come detto, comincia da Rimini. Che rapporto mantiene con la città? Porta sempre con sé un po’ della sua Romagna?

“Il lavoro in Luna Rossa è totalizzante, quindi non è semplice ritagliarsi il tempo necessario per un rapporto continuativo. Il legame con Rimini e la Romagna, però, rimane sempre fortissimo, agevolato dal fatto che in Luna Rossa c’è un nutrito gruppo di romagnoli, che aiutano a mantenerlo vivo. Ho tanti amici a Rimini, con i quali coltivo il rapporto anche a distanza e, quando riesco a tornare, sento proprio il bisogno di godere dei miei posti del cuore, il mare, la darsena, oltre che la buona tavola. Rimini, quindi, è sempre con me e ogni volta è bello riscoprirne la bellezza e qualità della vita, di cui è più facile rendersi conto quando si è lontani”.