Se Alan Sorrenti viene al “Bandiera Gialla” per cantare l’immortale ode ai figli delle stelle, il sottoscritto può vantarsi di conoscere i veri figli del mare. Essi, per qualche settimana ogni estate, vivono nella fila di ombrelloni a fianco della mia. Sovente li ho visti fare merenda a metà pomeriggio, invece che con un banale e insipido gelato, con dei sacchi pieni di cozze raccolte direttamente dagli scogli: non trattate né tanto meno bollite, per non perdere l’autentico sapore marino. E a loro del divieto di balneazione post scarichi sinceramente interessa ben poco: se la temperatura lo permette ci si tuffa tutti in mare per un bel bagno alla faccia di cartelli e bandiere. E anche in questo caso niente doccia all’uscita dall’acqua: ci si asciuga al sole preservando il sapore di sale, sperando sia solo quello. Per anni li ho presi come la conferma della vecchia teoria che il modo migliore per sconfiggere i malanni sia farsi gli anticorpi per bene. Fino a quando ho sentito, di recente, la notizia che la loro regione di provenienza è la prima in Italia quanto a consumo di antibiotici. Evidentemente dovrebbero cambiare le loro abitudini balneari: il mare non perdona, neanche i suoi figli e figliastri.