A Sant’Amato Ronconi, straordinario personaggio di Saludecio che in vita compì prolungati pellegrinaggi quale metafora della vita cristiana, sono state dedicate diverse iniziative. Un’opera musicale, però, è una assoluta novità e nella forma e nel linguaggio.
Santo Amato il pellegrino delle stelle, composta dal maestro Fabio Masini su testo poetico di Silvia Bernardi (insegnante, saggista e poetessa), sarà rappresentata in Basilica Cattedrale, a Rimini, sabato 24 novembre, alle ore 21.
L’opera ha ricevuto il patrocinio della Diocesi di Rimini, della Diocesi di Santiago di Compostela (dove il Santo è stato pellegrino per ben quattro volte) e del Conservatorio “G. Rossini” di Pesaro.
Organizzata dalla Diocesi di Rimini e dal Comune di Saludecio, la serata è l’occasione per riaprire le porte del Duomo ad un’opera e al grande pubblico. Oltre al concerto per San Gaudenzo, da anni una bella e seguita occasione, non sono tante le occasioni per partecipare a concerti e/o spettacoli in Basilica Cattedrale.
Un’opera musicale dedicata a questo santo, il primo tutto riminese, non poteva trovare altra collocazione per la sua esecuzione (ingresso ad offerta libera).
Nato nel 1225 e morto attorno al 1292, Sant’Amato è una figura modernissima e affascinante, la cui vita sembra un romanzo. Proveniva da una ricca famiglia di Saludecio, rimasto presto orfano, ha trascorso la giovinezza con la famiglia del fratello Giacomo. Deciso a vivere secondo il Vangelo, si dedico in un primo tempo all’accoglienza dei poveri e dei pellegrini costruendo per loro un ospizio sul Monte Orciale. Donate poi tutte le sue sostanze ai poveri, si ritirò ad una vita di rigorosissima penitenza. Compì ben quattro pellegrinaggi alla tomba dell’apostolo Giacomo a Compostela, e morì nel corso del quinto. Papa Pio VI ne confermò il culto nel 1776, Papa Francesco lo ha canonizzato il 23 novembre 2014.
L’Opera musicale dedicata a Sant’Amato vedrà la partecipazione di 12 coristi giovanissimi (età da 19 a 30 anni), diretti da un direttore di coro altrettanto giovane nonché qualificato (Irene Placci Califano, 24 anni), 24 musicisti diretti dal maestro Fabio Masini, compositore dell’opera su libretto di Silvia Bernardi, grazie anche alla intermediazione informatica di Alex Russo, 20 anni (anche clarinetto dell’orchestra). Sant’Amato, pellegrino delle stelle porta anche un secondo significativo sottotitolo: opera paese. “Da quando, nel 2017, è nata l’idea dell’opera, tutta Saludecio si è buttata in questa sfida, a partire dall’Amministrazione Comunale. – assicura il sindaco Dilvo Polidori – Tutte le associazioni e la parrocchia si sono messe a disposizione. Sant’Amato per Saludecio è molto più di un simbolo (inserito nello stemma comunale). Ci rappresenta”.
“La gente ancora lo chiama il Beato Santo Amato, tanto per comprendere il grado di familiarità che ha con il Ronconi. – fa notare il parroco di Saludecio, don Tarcisio Giungi – Il fervore e il clima nei confronti del Santo si esprime in aspetti pastorali, in un clima diffuso, in opere e iniziative sociali a lui dedicate come i sentieri. L’opera mette in strada il pellegrino attraverso la musica”.
L’opera ha avuto quasi due anni di gestazione, fino ad arrivare alla prima a Saludecio, due giornate di tutto esaurito sabato 30 giugno e domenica 1 luglio 2018. “La vita umana di Amato è piena di avvenimenti. – aggiunge il compositore Fabio Masini – E fa di un piccolo paese una storia universale. L’opera viene portata in scena in forma di presepe”.
“I pellegrini sono tra i primi fautori dell’Europa, Sant’Amato è un precursore di questo europeismo. – commenta Silvia Bernardi, che ha dedicato ben sei volumi al Santo e ad altri personaggi della Valconca – Influenzato da San Francesco, Amato ha segnato e ancora segna in profondità la vita di questa terra. È una figura attualissima”.
“Per approfondire la figura di questo laico innamorato di Dio e degli uomini, questa occasione è davvero specialissima. – aggiunge il Vicario generale della Diocesi di Rimini, don Maurizio Fabbri – Parla con la musica e l’arte un linguaggio anche più vicino ai giovani. E ci aiuta a comprendere la straordinaria attualità di questo pellegrino «santificato» da Papa Francesco nel 2014”.
Per il Vescovo di Rimini, mons. Francesco Lambiasi, Amato può essere ricompreso in tre parole: penitenza, povertà e pellegrinaggio. “Penitenza, perché ha scelto una vita rigorosissima per arrivare ad un bene più alto. Povertà, perché il denaro è un mezzo, non il fine della vita, e va utilizzato per il meglio e per il bene comune, proprio come ha fatto Amato. Pellegrinaggio, in cammino verso una patria definitiva che non è questa, e con gli occhi rivolti al cielo, ad ammirare le stelle, e non solo a ciò che si calpesta”.