Slot free ER è una iniziativa regionale (ER sta per Emilia Romagna) che destina 300.000 euro ad una trentina di progetti di Comuni e/o Unioni comunali che premieranno quegli esercizi pubblici che non hanno installato, all’interno della propria attività, slot machine con vincite in denaro.
L’obiettivo, oltre a quello di contenere ricadute di vario genere sulla collettività, è di ostacolare e cercare di limitare i fenomeni di dipendenza dal gioco d’azzardo.
“Come avevamo promesso lo scorso anno – le parole dell’Assessore regionale al commercio Andrea Corsini – abbiamo raddoppiato i fondi, per premiare gli esercenti ‘virtuosi’ e responsabili che hanno deciso di dire no alle slot. Un risultato che ci soddisfa e che ci spinge a intensificare la lotta al gioco d’azzardo patologico con un impegno trasversale e il buon lavoro di squadra, grazie alla collaborazione dei Comuni che hanno aderito al bando regionale. Siamo convinti che sia la risposta giusta per contrastare quella che ormai è diventata una vera e propria piaga sociale”.
Santarcangelo è uno dei tre Comuni, nel riminese, che si sono aggiudicati i contributi assegnati col bando 2018. Il progetto è curato dall’associazione culturale Recidivo e da Ora d’Aria, l’associazione di promozione sociale che dal 2001 gestisce il centro giovani intercomunale che opera tra la città clementina e Poggio Torriana. Ne parliamo con Elio De Paoli, 43 anni, segretario e vice presidente di Ora d’Aria: “Quando il Comune ha presentato il bando, ci abbiamo creduto subito decidendo di partecipare. Il centro giovani ha tra i suoi scopi quello di promuovere e sviluppare le attività ludico-ricreative sane, focalizzando l’attenzione sul disagio adolescenziale. La sfida non è semplice, tutt’altro: da una parte ci sono i ragazzi (o gli adulti) coinvolti nel meccanismo del gioco, che hanno bisogno di aiuto concreto; dall’altra ci sono i gestori che decidono di installare le slot machine all’interno del proprio locale e che per farlo ricevono diverse migliaia di euro a fondo perduto; in questi tempi, per molti è un ricavo facile. Convincerli, quindi, a non collocare o addirittura a togliere le macchine già posizionate nel locale è una cosa molto delicata”.
A Santarcangelo gli esercizi che per ora hanno aderito al progetto Slot Free sono otto. Questi possono attaccare sul vetro l’adesivo ufficiale, che dimostra la loro rinuncia a mettere slot machine a disposizione dei clienti. Sette di questi locali non hanno mai richiesto l’autorizzazione ad installare macchine da gioco ed ora hanno stretto un “Patto” con l’Amministrazione che prevede la rinuncia anche per i prossimi anni. Uno, invece, ha deciso di togliere le slot che aveva all’interno: si tratta dell’Iris Caffè, il bar caffetteria che si trova nella centralissima via Montevecchi.
Oltre alla valorizzazione dei locali aderenti all’iniziativa, Recidivo e Ora d’aria hanno organizzato anche incontri pubblici nelle scuole e assemblee presso i centri anziani, che avranno un seguito nei prossimi mesi. A breve il lancio de Il gioco del pollo, una mini serie web che illustra i pericoli legati al gioco d’azzardo.
Protagonista del cortometraggio è Daniele Raco, comico di Zelig, exgiocatore e autore di un libro in materia di azzardopatia. La mini serie fa riflettere sul tempo sprecato a giocare, sulla vita difficile di chi cade nel giro, sulla montagna di frottole e bugie che i giocatori inventano per avere un muro dietro cui nascondersi.
“È divertente, ma fondamentalmente molto serio. Sia la storia sia la sceneggiatura – spiega De Paoli – coinvolge gente del mestiere, che ci sa fare, che riesce ad essere convincente. Ci crediamo molto e pensiamo che, unitamente alle azioni messe in piedi dall’Unione dei Comuni, possa essere una mossa vincente”.
Un esercizio pubblico libero da slot può offrire spazi diversi ai suoi clienti. Le relazioni stesse tra chi frequenta lo stesso locale possono essere differenti: una parola in più, un sorriso, uno scambio di battute al posto di sguardi concentrati su banconote e monete da giocare, potrebbero cambiare per sempre la vita di una persona. Sovente, chi comincia a giocare lo fa perché si sente giù di morale, attraversa un periodo difficile, ha perso cose sicure e persone di riferimento. È un classico sentirsi dire dai giocatori: “Smetto quando voglio”. Ma non è così. Il gioco crea dipendenza, rubando tempo, denaro e affetti a chi ci cade dentro. Scegliere quei locali che decidono di restarne fuori e che propongono divertimento e socializzazione può far vincere la partita.
Roberta Tamburini