Il progetto è ambizioso e l’idea suggestiva. Per dieci giorni e dieci notti – dal 7 al 16 luglio – Santarcangelo vuole diventare un habitat per esperienze artistiche di segno non solo strettamente teatrale, ma dove si spazia dalla performance alla coreografia, dalle arti visive alla musica, dai dibattiti ai dj-set.
La nuova direzione, per il triennio 2017-2019, è affidata alla trentaseienne Eva Neklyaeva, originaria della Bielorussia e da anni trapiantata a Helsinki, in Finlandia: nella curatela del quarantasettesimo Festival sarà coadiuvata da Lisa Gilardino, organizzatrice culturale. A loro due si aggiungono poi tre teatranti, presenze già in qualche modo familiari. La prima è Francesca Grilli, artista visiva e performer bolognese che ora vive a Bruxelles: torna a Santarcangelo con un progetto in cui sono coinvolti una comunità di rifugiati locali; poi i Motus, che proporranno un riallestimento del loro Raffiche (in una palestra, dal 14 al 16); e Markus Öhrn, svedese ma attivo a Berlino, ben noto per il suo progetto sulle Azdore romagnole. Proprio a lui spetterà inaugurare, il 7 luglio allo Sferisterio, il festival con Terra bruciata, definito una molotov cocktail opera all’aperto.
Fra le novità più significative di questa edizione una serie di spazi espositivi, seppure anomali. Il più significativo è il Museum of nonhumanity, che s’inaugura il 23 giugno al Supercinema, in cui s’immagina un futuro ormai senza discriminazioni: attraverso un fitto calendario d’incontri, si discuterà su oppressione, schiavitù, genocidi, abusi di risorse naturali e animali. La cura è dell’artista visiva finlandese, che però vive a New York, Terike Haapoja, insieme alla scrittrice Laura Gustafsson. Il Club Ecosex degli australiani Pony Express, che approdano per la prima volta in Europa, esplora i temi della post-sostenibilità; mentre il collettivo artistico milanese Macao inaugura l’Open Love Point, aperto fino al 16 luglio: al suo interno un laboratorio aperto (che si chiama Robot+Syndicate) sul rapporto fra produzione artistica e sostenibilità. È un progetto triennale mirato all’analisi, dall’interno, della struttura del Festival, per elaborare possibili scenari di organizzazione. La mostra di Eva Geatti, fondatrice della compagnia bolognese Cosmesi, per l’intera durata del Festival, porta come titolo Il crepuscolo è dei poeti e degli appartamenti.
Divertente la presenza del sirenetto Merman Blix, in Italia per la prima volta: girerà per la città materializzandosi nelle fontane e soprattutto nella piscina comunale – suo ideale habitat – dove terrà un workshop. Il collettivo finlandese Wauhaus realizzerà una tenda di decompressione dove poter riposare e sarà funzionante anche un Bed&Breakfast, gestito dalle Azdore, seppure riservato ai soli artisti.
Il focus di questa edizione è comunque sul corpo, che torna in primo piano come strumento politico. Presenze internazionali, come la performer finno-egiziana Samira Elagoz, e quella dell’ancor più nota canadese Dana Michel (leone d’argento alla Biennale Danza di Venezia), con il suo Yellow Towel (dal 14 al 16): una riflessione sugli stereotipi legati all’identità black. L’austriaca Doris Uhlich campiona e amplifica, in Ravemachine (8 e 9), i suoni generati da una sedia a rotelle. Ma c’è spazio anche per danzatrici italiane. La coreografa Silvia Gribaudi ripropone il suo A corpo libero (8 e 9), accanto a un solo ispirato a Botero e a Jane Fonda, colta nel suo pieno fulgore anni ottanta. The Olympic Games, un’anteprima di Chiara Bersani e Marco D’Agostin, è in programma il 7 e l’8, inoltre la coreografa – da sola – sarà protagonista anche di una performance destinata a soli cinque spettatori alla volta. Torna (15 e 16) Simona Bertozzi con il mito di Prometeo, oltre la compagnia ravennate Orthographe, il 12 e 13 a Villa Torlonia.
La consueta presenza musicale è legata non solo all’animazione notturna, nello spazio del Dopofestival, con dj di provenienza internazionale, ma a numerosi concerti – alcuni gratuiti – che avranno per protagonisti ospiti stranieri: il cantautore australiano Scott Matthew, i russi Phurpa, Baby Dee dai Paesi Bassi, la rapper svedese Gnuchchi e gli italiani Holiday Inn.
Santarcangelo non rinuncia, poi, alla sua vocazione educativa teatrale. Così, durante i giorni del Festival, verranno presentate le attività svolte durante l’inverno nei laboratori con studenti: dalla Non-scuola, guidata da Michele Bandini (il 10), a Let’s Revolution!, a cura del Teatro Patalò (11 luglio). E ritorna, per tre giorni (dal 10 al 12), il Premio Scenario, dedicato alle giovani generazioni teatrali. In piazza Ganganelli, ogni giorno, proiezioni cinematografiche gratuite, in collaborazione con la Cineteca di Bologna. Da segnalare anche il mercatino vintage e, soprattutto, il workshop tenuto dal reporter Davide Monteleone, che permetterà a un gruppo di aspiranti fotografi di cimentarsi nel racconto delle giornate di Festival. E ogni attività tiene sempre lo sguardo attento all’ambiente: la funzione di controllo sarà esercitata da P.S. Presente Sostenibile.
Giulia Vannoni