Padre Mario Canducci, originario di Torre Pedrera, è da una vita missionario in Giappone. Da qualche anno si è ritirato dalla pastorale attiva in parrocchia e vive ora a TokYo. Fermo non può stare e così, sospinto dal grande amore per la Chiesa giapponese, si sta dedicando a grandi figure e testimonianze di fede. Già su il Ponte ha raccontato la storia del martire padre Giovanni Battista Sidotti (1688-1714), missionario siciliano, di cui recentemente è stata ritrovata la tomba. Padre Mario è stato testimone del ritrovamento e sta sollecitando in particolare la Chiesa siciliana perché riscopra questa splendida figura di sacerdote e scienziato. Per questo sarà in Italia prossimamente. Ma non basta. Ora padre Mario sta indagando sulla figura di un vescovo giapponese, impegnato sui temi della pace, assassinato pochi giorni dopo la fine della guerra, probabilmente per vendetta, dagli stessi militaristi sconfitti. Una vicenda che apre per noi occidentali una pagina sconosciuta sulla storia di un’opposizione interna pacifica all’intransigenza militare del governo giapponese. Le informazioni ancora sono poche, ma di grande interesse.
Il 18 agosto ricorre il 72mo anniversario della morte del Vicario Apostolico di Yokohama mons. Lorenzo TODA TATEWAKI.
Egli fu assassinato con un colpo di pistola al volto da un soldato dell’esercito giapponese tre giorni dopo la fine della seconda guerra mondiale, appunto il 18 agosto1945. Come si sa, il Giappone fu l’ultimo paese dell’Asse Berlino-Roma-Tokyo ad arrendersi, il 15 agosto, festa dell’Assunta.
Quando si parla dei martiri del Giappone vengono subito alla mente gli innumerevoli indomiti testimoni della fede di varie centinaia d’anni fa, come recentemente raccontato nel film “Silenzio” di Scorsese. Ma la storia di mons Toda, che racconterò è molto più vicina a noi ed è simile a quella di mons. Romero di San Salvador, entrambi Martiri della Pace.
Toda Tatewaki nacque nella regione montana di Yamanashi quinto di sei figli, tre fratelli e tre sorelle, in una povera famiglia dedita alla agricoltura e alla coltura del baco da seta. La situazione economica era così precaria che i due fratelli maggiori con le rispettive famiglie furono costretti a emigrare, il primogenito in America e il secondo in Canada. Anche Tatewaki deluse i genitori, perchè essendo gracile di salute e quindi non adatto al duro lavoro dei campi, contro la loro volontà, si recò a Tokyo per proseguire gli studi e divenire insegnante.
A Tokyo durante gli studi frequentò la Chiesa Cattolica di Honjo, dove sotto la direzione dello zelante parroco che si chiamava pure Honjo, ebbe un felice incontro con Gesù e la comunità locale e fu battezzato con il nome cristiano di Lorenzo. Aveva 18 anni. I genitori furono ulteriormente delusi quando il figlio chiese di entrare nel Seminario di Tokyo. Tanto più quando nel 1923 fu inviato al Collegio Urbaniano di Roma per gli studi superiori di filosofia e teologia.
Superati felicemente tutti gli esami fu ordinato sacerdote il 17 dicembre 1927 nella Cappella dell’Università Urbaniana dal cardinale Pompile. Durante i 5 anni trascorsi a Roma Tatewaki fu assai apprezzato per la vita virtuosa, la fedeltà alla preghiera e l’abilità nell’apprendere le lingue europee. Tanto è vero che il Prefetto degli Studi scrisse nell’ultima pagina della Pagella: “Sanitate valde debilis sed comendabilis in omnibus” cioè: Debole di salute, ma lodevole in tutto!
Durante il viaggio di ritorno in Giappone passò per l’America e s’intrattenne un po’ di tempo con le famiglie dei due fratelli maggiori. Assai consolati dalla visita del neo-sacerdote, chiesero e furono battezzati nel nome di Gesù.
Giunto a Tokyo nel 1928 iniziò l’apostolato come Vicario della Chiesa di Honjo dove stava lo stesso Parroco che l’aveva battezzato 12 anni prima. Continuò il suo servizio nelle parrocchie di Kitami, Azabu e alla Cattedrale Sekiguchi di cui fu il primo Pastore di nazionalità giapponese.
Nel 1940, all’inizio della seconda guerra mondiale, il governo militarista ordinò la sostituzione degli Ordinari esteri con elementi di nazionalità giapponese. Così Tatewaki, uno dei 16 giovani sacerdoti del clero giapponese, approvati dalla Santa Sede, fu nominato Vicario Apostolico della sede di Sapporo, retta fino allora dal francescano mons. W. Kinold della Provincia di Fulda.
Toda, con le sue note caratteristica di Pastore-pionere forte e generoso, in quella terra riservata inizialmente agli Ainu, fu il vero “pastore che conosce il profumo delle pecore”. Ma durante un colloquio con collaboratori della Sede di Sapporo, espresse un’opinione programmatica:
“Questa guerra un giorno terminerà, persa o vinta che sia, dovremo prepararci bene a lavorare per la pace e la giustizia del paese dilaniato del Dopo-guerra”. Un “Giuda” del gruppo riferì alla polizia “kempei”: “Il nuovo Pastore ha detto che il paese perderà la guerra”. Toda fu arrestato il 9 marzo 1942 e confinato in prigione, subì severi interrogatori. Tuttavia il tribunale di Sapporo il 6 giugno seguente ne ordinò la scarcerazione.
Però da quel momento egli fu pedinato dalla polizia segreta. Poi il Vaticano lo trasferì nella Sede più importante di Yokohama. Qui nell’ottobre 1944, con la testa rasata come un bonzo, nella Cattedrale stipata di fedeli proclamò con tono grave e profetico: “Sono pronto a dare la mia vita nella lotta per la pace del Giappone e del mondo”.
In altra occasione mi propongo di scrivere su sacerdoti e fedeli che diedero fulgide testimonianze, vittime del governo militarista del Giappone di quegli anni. Scriverò anche di soldati nemici prigionieri di guerra nei campi di concentramento in Giappone.
Il grande bombardamento di Tokyo che ridusse la capitale in polvere (6 luglio), causando più vittime dei bombardamenti atomici di Hiroshima (6 agosto) e di Nagasaki (9 agosto), non convinse l’esercito alla resa. Anzi i militari della Marina il 29 luglio presero possesso della Cattedrale e dell’Episcopio e mons. Toda riparò nella piccola parrocchia di Hodogaya, fuori città. Qui, dopo 21 giorni, Lorenzo Tatewaki doveva consumare il suo Martirio, come Gesù fuori le mura di Gerusalemme. Ma a differenza di Gesù morto di fronte a tanti testimoni, al momento dello sparo che troncò la vita del quarantasettenne Tatewaki nessuno era presente.
Oggi il Vescovo di Yokohama, mons. Raffaele Umemura Masahiro è deciso a iniziare il Processo di Beatificazione del suo predecessore. Grazie a una sua lettera di presentazione sono riuscito ad ottenere dal Sostituto Segretario di Stato mons. Angelo Becciu il permesso d’incontrarmi con l’arcivescovo Sergio Pagano, Segretario Generale dell’Archivio Segreto Vaticano, concesse la fotocopia di documenti riguardanti i particolari del martirio di mons. Toda, raccolti subito dopo il fatto dal Vescovo di Tokyo mons Dei, inviati a Roma con importanti annotazioni del rappresentante del Vaticano presso il governo giapponese, mons Marella. Durante il mio prossimo viaggio, nei prossimi mesi, spero d’incontrarmi di nuovo con mons. Pagano e trovare ulteriori documenti riguardanti mons. Toda. E così giungere al più presto al Processo di Beatificazione. Ciò potrebbe costituire uno spiraglio di luce in questo Estremo Oriente che ha tanto bisogno di vera Pace.
padre Mario Canducci