Terminali intasati per inviare i così detti F24 e fila continua agli sportelli di Acli Colf, dell’Inca Cgil e degli altri sindacati Cisl e Uil fin da metà agosto.
“Si, ma non i grandi numeri che aspettavamo.– spiega Antonia Lami responsabile del Patronato Inca Cgil – 200 in totale le richieste di cui 138 complete e inviate, mentre 64 sono i casi da definire. L’affluenza è scarsa, anche se per una pratica si presentano in tre. Vedremo cosa succederà nei prossimi 15 giorni. A volte, le cose cambiano poco prima della scadenza”.
Stesso andamento per le Acli Colf, che registrano oltre 500 richieste d’informazioni telefoniche. Una settantina di appuntamenti, 150 richieste di compilazione, 50 pratiche complete e già inviate. In maggior parte, le persone coinvolte, sono ucraine o moldave che non superano la cinquantina.
Sembra che a scoraggiare i più, siano la procedura con tanti calcoli, i soldi da dare in anticipo e il rispetto del contratto, che una volta siglato, farà lievitare i costi, soprattutto per i datori di lavoro che hanno badanti conviventi.
Un sommerso dilagante
Comunque per emergere dall’irregolarità, le famiglie hanno ancora un po’ di tempo, fino al 30 settembre 2009. Ma basterà per sanare un sommerso dilagante?
Il Decreto Legge n.102 del 3 agosto 2009 consentirà, oltre alla regolarizzazione dei rapporti di lavoro in nero, di legalizzare la presenza irregolare di colf e badanti extracomunitarie.
“Un’occasione da non perdere”, come recitano continuamente in TV, gli spot confezionati ad hoc, preparati dal Ministero con INPS e Prefetture, per incoraggiare all’emersione.
Come noto, la “legalizzazione” costerà 500 euro per lavoratore, mentre gli stranieri dovranno pagarsi la richiesta del permesso di soggiorno. La procedura online è rivolta ai datori di lavoro che impiegano personale extracomunitario senza permesso di soggiorno. Ma alle domande, che saranno poi smistate alle Prefetture competenti, in base al domicilio di chi fa richiesta, potranno aderire anche le famiglie che avevano già sperimentato la strada telematica in occasione del decreto flussi del dicembre 2007. Questa volta però, saranno accolte tutte le istanze corrette e ritenute valide.
…E dopo?
Chi accede all’iter, e firma il contratto di soggiorno in Prefettura a istruttoria finita, conquista subito il permesso di soggiorno.
“A presentarsi per la maggior parte dei casi sono i datori di lavoro – spiega Mario Lanciotti responsabile del servizio Acli Colf – ma non sono mancate badanti con delega che si occupano di datori immobilizzati e senza familiari. Il telefono squilla ininterrottamente. I problemi e i casi particolari non mancano. Ci sono stati anche casi di decesso della persona da accudire, subito dopo aver pagato le 500 euro per far partire la regolarizzazione”.
Alessandra, una delle cinque persone che si occupano dell’accoglienza domande, racconta: “In quel caso la famiglia non ha voluto penalizzare la dipendente e ha continuato l’iter di regolarizzazione, cambiando il contratto da badante in colf. Altro caso, quello di una domestica, che si è volatilizzata dopo che il datore aveva pagato la somma per accedere alla domanda, e la legge non prevede la restituzione”.
In casi particolari
In arrivo un’apertura per i lavoratori stagionali extracomunitari?
Per fare chiarezza il Ministero ha dato risposta ad una delle domande previste dalla procedura online per “casi particolari” considerando possibile la regolarizzazione anche“per gli stranieri in possesso di visto per lavoro stagionale, che abbiano invece svolto lavoro domestico o come badante, dal 1 aprile a giugno 2009”. Occorre sempre la dichiarazione del datore di lavoro che lo certifichi.
Altre le domande cui il Ministero ha dato risposta, eccone alcune:
Badanti criminali: 3 anni di galera per chi le assume?
È vero. Se un datore di lavoro assume chi ha conti in sospeso con la giustizia italiana, potrebbe incappare in dure sanzioni che prevedono anche l’arresto. Ma è importante chiarire, però, che in attesa della convocazione per la firma del contratto di soggiorno e invio del kit alle Poste per la richiesta del permesso, sono sospesi gli effetti del reato di clandestinità per colf e badanti per le quali è già iniziato l’iter.
Da quando si avvia la procedura, quali i tempi per le risposte?
“Dal Ministero hanno detto entro 3 mesi – spiega Mario Lanciotti delle ACLI – ma non ci credo”. Molto dipenderà dal totale delle domande e dalla velocità ad elaborarle delle varie Prefetture.
Cinzia Sartini