Per tutti è “il poeta ciabattino”, campione della zirudela, quei componimenti in rima baciata, composti in particolari occasioni (sagre, anniversari, celebrazioni, ecc.) e dai contenuti scherzosi o pungenti. Giustiniano Villa con le sue declamazioni ha imperversato per anni in paesi e mercati. Nato nel 1842, a quarant’anni lasciò il paese d’origine San Clemente per Rimini, dove trovò la morte, per le conseguenze di un incidente stradale, giusto 96 anni fa: il 23 aprile 1919.
A Giustiniano Villa è intitolato l’omonimo premio di poesia, il più prestigioso concorso per poeti in dialetto romagnolo della provincia di Rimini, uno tra i più longevi di tutta la Romagna con le sue 23 edizioni ininterrotte. Concorso che naturalmente si tiene a San Clemente, e per il quale lunedì 27 aprile scadono i termini per la partecipazione.
Il premio consta di due sezioni: una per la poesia e l’altra per le zirudèle, una forma poetica dal contenuto leggero ma arguto, in genere di otto sillabe per verso e con le rime baciate che nelle recite le conferiscono un ritmo molto musicale. Il suo contenuto spesso è sarcastico e irriverente, o assume il tono di invettiva politica, nella più classica tradizione dei cantastorie e come fanno oggi tanti rapper. Faceva così Villa con le sue composizioni stampate su foglietti e declamate nelle piazze di tutta la Romagna, ascoltate da quei contadini che entravano come soggetti positivi nei suoi “dialoghi” e nei “contrasti” con i padroni o i potenti del tempo.
Al concorso sanclementese partecipano decine di autori provenienti da ogni provincia romagnola e perfino da fuori regione, alcuni nuovi ogni anno, tanti assidui con una lodevole costanza nel tempo. Le due componenti regalano un buon equilibrio: i fedeli contribuiscono a far diventare il premio un appuntamento ogni anno atteso dai cultori del dialetto; i nuovi, alcuni dei quali giovanissimi, apportano linfa vitale per linguaggi e temi. Entrambe le componenti hanno sempre permesso al concorso di non ingessarsi in un circolo ristretto che lo esporrebbe al rischio di implosione, come in parte è successo ad istituzioni come i “trebbi”.
Considerando che ogni anno arrivano all’organizzazione, il “Comited ‘Com una volta’”, circa cinquanta poesie e “zirudèle”, si può calcolare in oltre un migliaio il numero delle composizioni inedite che hanno partecipato al concorso, tutte poi pubblicate in un libro annuale.
Sfogliando l’albo d’oro del premio si trovano autori già affermati al momento della loro partecipazione e altri che proprio con il “Villa” hanno ricevuto un sorta di battesimo artistico. Giorgio Balestra, Marino Monti, Antonio Gasperini, Sergio Chiodini, Gianfranco Miro Gori, ma anche noti poeti riminesi come Guido Lucchini, i santarcangiolesi Gianni Fucci e Annalisa Teodorani (vincitrice della VI edizione nel 1998 quando non aveva ancora vent’anni,nella foto), le corianesi Lidiana Fabbri e Anna Maria Pozzi, il collaboratore de ilPonte Enzo Fiorentini, vincitore nel 2012.
Anche tra gli autori di “zirudèle” ci sono fior di poeti, a cominciare dal riminese Umberto Carlini che, conquistando una menzione speciale nella terza edizione del concorso, convinse la giuria ad istituire la seconda sezione dedicata alle composizioni tanto care a Giustiniano Villa. Nell’albo d’oro figurano anche Annunzio Livi, Valderico Vittorio Mazzotti, Francesco “Checco” Guidi, Franco Ponseggi, Anna Maria Pozzi, Mauro Vanucci (autore del recente e fortunato Da la mi zenta, edizioni ilPonte).
A dare lustro al concorso sono pure i nomi dei giurati, a partire dal presidente Piero Meldini proseguendo con Grazia Bravetti Magnoni e Angelo Chiaretti, colonne della giuria fin dalla prima edizione; e ancora Maurizio Casadei, Rita Gennari, Luciano Guidi, Oreste Pecci, Maria Pia Rinaldi e Claudio Casadei, vera anima del concorso.
Maurizio Casadei