Evoca un’emozione struggente rivedere nelle sale di Castel Sismondo i bellissimi manifesti per la Sagra Malatestiana – esposti alla Biennale del Disegno – realizzati da un grafico del valore di Giancarlo Valentini in anni ormai lontani. Dal 1994, invece, il simbolo è divenuto un Tempio Malatestiano panciuto e che per fortuna non esiste nella realtà in quella forma; il festival riminese, poi, non si tiene più nella cattedrale ma, nel frattempo, non ha trovato una sede acconcia. Il sindaco di Rimini ci ha comunque tenuto a rassicurare il pubblico – radunato agli Atti per la presentazione della sessantasettesima Sagra Malatestiana – dicendo che fra un anno, o poco più, la manifestazione potrà finalmente essere ospitata al Teatro Galli. Forse è una previsione troppo ottimistica, ma fa piacere crederci. Quest’anno, comunque, dovremo fare i conti ancora con il cosiddetto Auditorium della Piazza, almeno per il blocco dei cinque grandi concerti sinfonici.
Protagonista della serata inaugurale, il 31 agosto, la magnifica Rotterdam Philharmonic Orchestra, diretta dal canadese Yannik Nézet-Séguin, oggi fra le star più acclamate del podio. In programma il Doppio concerto per violino e violoncello op.102 di Brahms (solisti i due fratelli Renaud e Gautier Capuçon) e la Prima sinfonia di Mahler, il celebre Titano. Il 4 settembre ritorna sul podio riminese Valery Gergiev con l’Orchestra del Teatro Mariinsky, di cui è direttore artistico. In scaletta grandi pagine russe: la suite Romeo e Giulietta e la Quinta sinfonia, entrambe di Prokof’ev, e le celeberrime Variazioni su un tema rococò per violoncello di Cajkovskij (solista sarà il vincitore dell’omonimo premio, edizione 2016, non ancora proclamato). Il terzo appuntamento, mercoledì 7, è con la MDR Sinfonieorchester (Orchestra Sinfonica della Radio di Lipsia) che, guidata dal suo attuale direttore Kristjan Järvi (il figlio più giovane del grande Neeme), spazierà dal Lago dei cigni di Cajkovskij a Richard Strauss, passando attraverso un brano popolarissimo come la Rapsodia in blu di Gershwin (al pianoforte Stefano Bollani). Venerdì 9 tocca alla Youth Orchestra of Bahia, guidata da Ricardo Castro: oltre a Ginastera e Stravinskij (L’uccello di fuoco) sono previsti il Concerto in sol maggiore per pianoforte di Ravel e, di Poulenc, quello in Re minore per due pianoforti. Soliste alla tastiera Theodosia Ntokou e Martha Argerich, vera e propria madrina degli strumentisti brasiliani. Unica compagine strumentale made in Italy, l’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI sarà diretta da Dmitrij Kitajenko. In programma Scredin e Rimskij-Korsakov (Shéhérazade), oltre al Secondo concerto per pianoforte di Rachmaninov (solista Simon Trpcheski). A queste grandi serate sinfoniche si va ad aggiungere – il 19 agosto, giornata di apertura del Meeting – un omaggio alle voci del Mediterraneo: Un solo canto. Vi partecipano l’italiana Tosca, la libanese Tania Kassis e – per un singolare caso di omonimie – la siriana Mirna Kassis. Un’altra collaborazione è con la Società del Borgo e il 3 settembre l’Orchestra Sinfonica del Lettimi si cimenterà (nell’invaso del Ponte di Tiberio) in Sei gradi di perfezione.
Numerosissime, anche quest’anno, le iniziative collaterali. Si comincia il 12 agosto alla Pieve di Santarcangelo con il duo formato da Enrico Pace, al pianoforte, e Sung Won Yang al violoncello. La sezione di musica antica – quattro serate – è dedicata a Rameau: il 23 agosto eseguito al clavicembalo da Elena Sartori, il 25 affidato alla Theresia Youth Baroque Orchestra, il 2 settembre al Melodi Cantores Ensemble, e il 16 (alla Chiesa del Suffragio di Savignano) impreziosito dalla presenza del mezzosoprano Gloria Banditelli. Il 27 ottobre, al cinema Tiberio, sarà proiettato il film concerto di Gianni Capua, girato lo scorso anno proprio durante la Sagra, dal titolo Zoroastro, Io Casanova basato sulla più celebre opera del compositore francese. I quarant’anni del film Casanova di Federico Fellini verranno ricordati con una giornata di studi e, ovviamente, la proiezione del film. La consueta maratona pianistica (1 ottobre) invece è dedicata a Stockhausen, nell’interpretazione di Vanessa Benelli Mosell. La sera del 27 settembre due concerti spettacolo, entrambi su testi del poeta ravennate Nevio Spadoni: Lus, con Ermanna Montanari, ed E’ bal. La nuova produzione teatrale della Sagra questa volta è incentrata su Domenico Belli che esattamente quattro secoli fa, nel 1616, mise in scena un’opera su versi dell’Orfeo dolente di Gabriello Chiabrera, utilizzando anche i cinque intermezzi dell’Aminta di Tasso. Cura la parte musicale Francesco Cera.
Giulia Vannoni