RUE – Addio ai vecchi capannoni abbandonati e un nuovo volto sia alla campagna che al centro storico. In attesa che venga pubblicato il nuovo Regolamento Urbano Edilizio (RUE) di Rimini, vi anticipiamo in esclusiva e nel dettaglio il contenuto di questo vademecum che presenta tutte le indicazioni su come costruire nell’area comunale. Uno strumento che contiene alcune svolte a partire dalla sua mole: le vecchie 380 pagine sono state assottigliate a 56. Andiamo incontro ad una “nuova strategia generale di pianificazione e di gestione del territorio, basata sullo sviluppo qualitativo e non più quantitativo della città”, spiega il Comune in una nota.
La filosofia di fondo è quella di strappare meno suolo alla campagna riqualificando l’esistente. E lo vuole fare attraverso novità quali la possibilità di incrementare la superficie del proprio edificio del 25 per cento qualora lo si migliori dal punto di vista antisismico, energetico, igienico-sanitario o dell’accessibilità. E poi ancora gli alberghi possono crescere in altezza ed accorparsi a strutture vicine per liberare superficie a terra. Mentre gli edifici caduti in disuso possono trovare nuova vita attraverso il cambio di destinazione d’uso.
Possiamo aspettarci vecchi capannoni industriali convertiti in spazi per startup o atelier di artisti come avviene a Berlino o New York?
“In questo periodo di difficoltà economiche, molte attività hanno chiuso e ne sono nate di nuove, come quelle legate all’informatica – risponde il dirigente dell’ufficio Pianificazione e Gestione territoriale del Comune di Rimini, Alberto Fattori –. Questi edifici potevano prima ospitare una sola tipologia di attività. Il nuovo RUE ha sbloccato questa situazione per scongiurare che dei locali, ad esempio legati ad imprese di artigianato fallite, vengano abbandonati”.
Dare la possibilità ai privati di incrementare di un quarto la superficie del proprio edificio non rischia di saturare troppo la città?
“Abbiamo adattato il RUE alla legge regionale che consente questo tipo di incentivo. Dire che il RUE blocchi il cemento è sbagliato, perché è vero che mira a non occupare nuovo suolo, ma vuole favorire interventi per il miglioramento del patrimonio esistente”.
E ampliando le nostre abitazioni si potrà arrivare più vicino a quelle confinanti, giusto?
“Sì, sarà possibile andare in deroga ai vecchi vincoli del ’68, come la distanza dei 10 metri dai fabbricati con pareti finestrate o quella dalle strade. Tutto questo per facilitare gli interventi nel rispetto della normativa regionale”.
Come cambierà il centro storico?
“Il 50 per cento del suo patrimonio edilizio deve essere ristrutturato con finalità antisismiche. Fino ad oggi, nel Piano Regolatore vigente, non esisteva una classificazione che indicasse come modalità di intervento la ristrutturazione edilizia. Ora sì, e puntiamo ad interventi importanti come la demolizione con ricostruzione per l’adeguamento sismico e l’efficientamento energetico dei fabbricati”.
Quindi, potenzialmente, metà del centro di Rimini potrebbe cambiare faccia?
“È una norma che apre a molte possibilità di modifica”.
E gli alberghi?
“Gli accorpamenti che venivano consentiti dal vecchio Piano Operativo Comunale (POC) avevano tempi lunghi per poter essere attuati. Con il RUE abbiamo accorciato i tempi. Ora è possibile riqualificare strutture fatiscenti o che stanno difficilmente sul mercato per mancanza di servizi”.
Quindi, in concreto, un albergatore può inglobare una vicina struttura obsoleta?
“Sì, e può liberare superficie a terra da destinare a servizi, come giardino o parcheggi, e far crescere la propria struttura. Anche in altezza”.
A proposito di verde, cosa dice il RUE al riguardo?
“Le prescrizioni sul verde sono presenti sul Regolamento del Verde urbano e nel PSC. Il RUE aggiunge una norma specifica sulle cosiddette superfici permeabili, ovvero quelle che devono consentire la percolazione delle acque piovane nel terreno per evitare il più possibile di convogliarle nella rete fognaria e verso la depurazione, con tutti gli ostacoli del caso. Almeno il 30 per cento di un lotto deve essere costituito da terreno permeabile”.
Come cambierà invece il volto della campagna?
“Rispetto a prima, quando gli edifici di nuova costruzione dovevano rispettare forme e materiali tradizionali, abbiamo aperto la strada a nuove espressioni architettoniche e a materiali moderni. Per intenderci, non sarà più obbligatorio avere il tetto a falda o la facciata in mattoni. Però tutti i progetti più innovativi saranno controllati dalla Commissione per il Paesaggio”.
Avete definito il RUE “snello e tecnico”, ma con sole 56 pagine dobbiamo aspettarci tanti rimandi ad altre normative?
“No, il regolamento ha una sua autonomia. Siamo tra i pochi comuni italiani che possono vantare questo livello di facilità nella consultazione di questo strumento”.
Mirco Paganelli