A Rimini nei giorni scorsi è partita la nuova campagna contro l’abusivismo in spiaggia, con la distribuzione di volantini ad uso dei turisti da parte della Protezione Civile. Proprio nel giorno del debutto, mi è capitato di incontrare in tv “Rimini Rimini un anno dopo”, sequel se possibile ancora più grossolano di “Rimini Rimini”, che proprio venti anni fa, nel 1988, usciva nelle sale per deliziare il pubblico italiano. Il film si concludeva con l’episodio dal titolo “Vuò cumprà?”, in cui Gianfranco D’Angelo, all’epoca star del Drive In, impersonava un venditore africano di tappeti e cianfrusaglie. Già farci dello spirito sopra nell’88 era un po’ fuori luogo: l’abusivismo non era più da un pezzo un semplice elemento di folklore, e già c’erano state le serrate di protesta dei commercianti. Ma a forza di riproporre ogni anno lo stesso film (il canale satellitare Fox lo sta dando in pratica a cadenza settimanale) evidentemente c’è chi è ancora convinto che l’abusivismo non sia un problema serio. Anche perché si è tornati a chiamare gli abusivi “vu cumprà”, senza neanche più sforzarsi di cercare un termine meno caricaturale. E intanto la campagna informativa sulla spiaggia riminese, nella confusa generalizzazione dei media nazionali, è diventata una campagna di ronde. Ma se uno che dà un volantino in spiaggia è una ronda, quelli che svuotano carrelli di depliant pubblicitari nelle nostre povere cassette della posta, sono lo sbarco dei marines? E intanto a Rimini si discute e si fanno polemiche, come venti anni fa: insomma, la solita sensazione di film già visto.
Maurizio Ceccarini