Uno spettacolo di morte raccapricciante. È quello che si sono trovati davanti agli occhi i fratelli Cancedda, titolari dell’azienda “Il Pastorello” di Ciola Araldi di Roncofreddo. Trenta pecore sventrate e il loro pastore maremmano a terra senza vita. Tutta colpa dei lupi che questa volta, a differenza di altri attacchi, hanno fatto davvero una strage.
“L’Ausl dice che non c’è sicurezza sul fatto che siano stati i lupi a compiere questa strage, parla di cani inselvatichiti. raccontano con le lacrime agli occhi i titolari dell’azienda – Noi, invece, siamo certi che siano stati i lupi perché li abbiamo visti e perché non è la prima volta che subiamo un attacco del genere.
Solo che negli altri episodi ci erano morte due, tre bestie: qui siamo oltre i trenta capi. Perché al di là di quelle che abbiamo trovato sbranate ce ne sono state altre che sono scappate e sono morte cadendo nei calanchi. In più le pecore incinte probabilmente, dalla paura, non partoriranno. E, come se non bastasse, ci hanno ammazzato anche un cane”.
Ingentissimi i danni perché oltre all’ammanco economico per la perdita delle bestie, ci saranno da affrontare le spese per lo smaltimento delle carcasse.
Il problema ora è anche un altro: tra le persone inizia a serpeggiare un po’ di paura. I lupi, infatti, sembrano non avere più paura dell’uomo e si stanno avvicinando ai paesi.
“Sono stata informata della strage e sono vicina ai proprietari dell’azienda. Purtroppo conoscono bene il problema interviene il neo sindaco di Roncofreddo Sara Bartolini – in passato si sono avuti episodi inquietanti vicino al paese. Cercheremo di fare degli approfondimenti per capire come affrontare il problema nel modo più corretto possibile, soprattutto per salvaguardare le persone e le aziende del nostro territorio”.
A conferma della pericolosità di questi lupi arriva anche il racconto dell’ex sindaco Massimo Bulbi che è anche presidente regionale Federcaccia.
“Qualche mese fa, vicino al capoluogo, i lupi hanno attaccato e ucciso la pecora di un privato, quindi i rischi ci sono e sono tangibili. La Regione Emilia Romagna si era mossa bene per arginare il problema, ma poi il Ministro giallo verde ha bloccato tutto. Ora, dopo questo episodio è tempo che questa emergenza venga affrontata con serietà”.
Laura Genestreti