New York è fascinosa, anche quando piove. Parola di Woody Allen. Il suo ultimo film lo restituisce in stato di grazia per leggerezza e sarcasmo (le battute migliori uscite dalla sua penna negli ultimi tempi).
Alleniano fin dai titoli di testa (rigorosamente caratteri bianchi su sfondo nero), Un giorno di pioggia a New York mette in scena la “gita” nella metropoli di Gatsby (Timothée Chalamet) e Ashleigh (Elle Fanning): i due “piccioncini”, studenti universitari, sono a New York per permettere ad Ashleigh di intervistare un noto regista, ma la trasferta si rivelerà piena di sorprese.
Ashleigh, alla ricerca dello scoop, è presa da un vortice di incontri, passando dal celebre regista, alcolizzato e in crisi creativa (Liev Schreiber), al suo sceneggiatore di fiducia (Jude Law) fino al fascinoso attore spagnolo (Diego Luna). E per Gatsby, rampollo di buona famiglia che cerca a tutti i costi di evitare il party di casa preferendo le partite a poker, resta l’attesa di una fidanzata che non sembra aver più tempo da dedicargli, incrociando nel frattempo una giovane attrice (Selena Gomez) che gli apre nuove prospettive.
Una trama romantica condotta con mano abile dal regista, “soffice” e felpato come si conviene ad uno stile che è suo e solo suo (imitatori scansatevi!), con l’ausilio di fidati collaboratori tra i quali il fondamentale Vittorio Storaro che illumina la città con sole e pioggia.
E pensare che il film, per via di una causa con Amazon Studios, rischiava di non uscire in sala: fortunatamente è disponibile, in barba a tutti gli attuali sistemi di diffusione che in un modo o nell’altro tendono ad allontanare il pubblico dalle sale a scapito di eremitiche visioni casalinghe dove si perde totalmente il piacere della condivisione delle emozioni del film.